Lettera aperta ai media:”non ci facciamo tirare per la giacchetta”

04 Luglio 2009

Ancora nella giornata di oggi è uscita una lettera su un giornale che cerca di tirare i sindacati per la giacchetta, dichiarando che non abbiamo capito e che riduciamo la difesa del lavoro ad una parola d'ordine, un logo. Noi non ci siamo
fatti coinvolgere in una battaglia che aveva forse altri obiettivi che non la difesa
dei lavoratori e dei loro diritti. CGIL, CISL, UIL e SAVT hanno fatto accordi
cercando di mettere insieme le esigenze di tutte la parti in causa: lavoratori,
cooperative e anche gli utenti, nella convinzione che in questa fase era necessario
che qualcuno facesse da collegamento, che ponesse delle regole chiare nella
difficile contingenza. Non abbiamo mai risposto alle numerose provocazioni comparse sui giornali o dette nelle pubbliche piazze.

Abbiamo lavorato sodo sperando che prevalesse il senso di responsabilità e la lealtà da ogni parte, consci della delicatezza del momento. Oggi il passaggio è avvenuto, non senza traumi, ma è avvenuto. Se ci saranno ricorsi, sospensive o altro ancora saremo pronti a fare ciò che il sindacato deve fare: tutelare i lavoratori coinvolti e le persone che usufruiscono dei servizi. Pare, però, che la difficile transizione stia avvenendo non senza difficoltà. Corrono voci di mancate consegne di dati utili ad assicurare i servizi, di strutture svuotate anche dei beni di primaria necessità, di chiavi di utenti non consegnate a chi di dovere, di dati preziosi relativi alla sicurezza dei lavoratori non lasciati nelle sedi di lavoro e altro ancora. Se ciò fosse accertato
si aprirebbe un problema di gravità inaudita, sia dal punto di vista delle
responsabilità individuali che di sistema. A tutela dei lavoratori che
rappresentiamo, degli utenti (che non devono essere in alcun modo strumentalizzati) e dell'intero sistema dei servizi pensiamo che debba esser fatta chiarezza sulle voci che si rincorrono. Ciò per confutarle, qualora non si rivelassero vere, o, nel caso contrario, per individuare i responsabili e quindi punirli nel modo più adeguato.

Aosta, il 04 luglio 2009.

Marco Lo Verso, Jean-Pierre Guichardaz, Jean Dondeynaz, Ramira Bizzotto, Piero Epiney

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