Per presunta truffa alla Regione indagati gli editori del Corsivo
Dopo la burrascosa uscita degli scorsi giorni del direttore del Corsivo Roberto Mostarda, subito sostituito da Simone Piffari, il settimanale valdostano torna al centro delle cronache locali.
Il pubblico ministero, Luca Fadda, ha iscritto infatti nel registro degli indagati quattro persone, tutti riconducibili al settimanale il Corsivo, per presunta truffa nei confronti dell’amministrazione regionale: Simone Piffari, 64 anni, amministratore della società Take srl e Con-Fi srl, il figlio Riccardo, amministratore della Celda srl e scrl, assieme alla moglie Roberta Giri, entrambi di 35 anni e la torinese Maria Gianna Leocane, 42 anni.
Secondo l’accusa gli amministratori del gruppo ?Il Corsivo? avrebbero truffato la Regione prendendo illecitamente dei contributi per l’editoria, attraverso delle fatture fittizie tra società ascrivibili allo stesso gruppo.
Gli inquirenti contestano agli imputati di aver fatto ricorso ad operazioni di compravendita di beni mobili, immobili ed informatici per ottenere più di 76.000 euro dall’amministrazione regionale nell’ambito della legge regionale sui contributi all’editoria locale.
Nel commentare le accuse il neodirettore del Corsivo, Simone Piffari commenta che ? non è stata violata alcuna norma, nessuna truffa è stata perpetrata ai danni della Regione, nulla è stato nascosto, alienato o distratto, visto che beni mobili ed immobili delle nostre società sono tutti presenti negli uffici del centro direzionale Gamma a Quart e sono a disposizione per qualsivoglia verifica.?
Estranea alla vicenda si dice invece la signora Maria Gianna Leocane che ha dichiarato di non aver mai firmato i documenti sotto accusa. La sua posizione sarà vagliata in questi giorni dalla procura attraverso una perizia sulle firme che secondo la signora sono state falsificate.