Un valdostano all’assalto del Takeshi’s Castle al grido di “Alé l’ommo”
C’è un po’ di Valle d’Aosta nel reboot di Takeshi’s Castle. Tra i protagonisti del quinto episodio del celeberrimo gioco a premi era presente anche Ivan Balliana, classe ’98 e originario di Saint-Vincent. Nonostante si trovasse dall’altra parte del mondo, al giovane valdostano è stato richiesto di portare un po’ di Valle d’Aosta all’interno del programma. Ivan, dal canto suo, ne ha approfittato per presentarsi alle sfide con il foulard rosso e nero: “Nel momento in cui ho fatto le audizioni mi hanno chiesto di presentarmi con qualcosa che rappresentasse me e il posto da dove arrivavo. Avevo un paio di pantaloni, una canotta ed un cappello, poi ho pensato che con un foulard sarei stato più riconoscibile dai valdostani.”
L’Erasmus e la voglia di mettersi in gioco
Il venticinquenne è partito per il Giappone ad aprile del 2022. Studente di ingegneria energetica al Politecnico di Torino, Ivan ha deciso di approfittare di uno scambio giovanile Erasmus+ per trascorrere un periodo all’Università di Hokkaido. Grazie ad alcuni legami stretti durante lo scambio e ad un caso fortuito, insieme ad altri due amici ha deciso di buttarsi e prendere parte al reboot di Takeshi’s Castle: “Stavo pensando di partire quando a caso mi è uscito su Google che avrebbero fatto un remake del programma. Quando sono arrivato in là non mi sono subito messo a cercare come partecipare, poi parlando con altre persone è uscito fuori l’argomento e mi sono accordato con una tedesca ed un giapponese per andare a partecipare, è successo tutto un po’ per caso”.
I ricordi d’infanzia e la voglia di mettersi in gioco hanno portato il sabin a dirigersi nei pressi di Tokyo, per prendere parte al programma, anche se, come lui stesso ammette, non è andata proprio come pensava: “Tutti da piccoli avremmo voluto parteciparci perché pensavamo ‘sono tutti scarsi, potrei fare meglio’, l’ho detto anche io e ho fatto peggio degli altri, ma pazienza”.
Il muro di confine
Arrivati al Midoriyama Studio, tutti i partecipanti si sono ritrovati a dover attraversare il “muro di confine”. Più che un muro, si trattava un lungo piano inclinato verde e viola da scavalcare per arrivare dall’altra parte e intraprendere così la seconda prova. A rendere più difficile la prova erano i guardiani del castello, che dall’alto del piano inclinato aspettavano tutti i guerrieri armati di idranti caricati alla massima potenza. Ivan, dopo essere sceso dal “muro di confine” si è fatto prendere dall’euforia ed ha iniziato ad esultare di fronte alla telecamera insieme ad un’altra concorrente, ignaro di cosa lo stesse aspettando dietro l’angolo.
La sfida del fungo al grido di alé l’ommo
Al grido di alé l’ommo, Ivan si è preparato ad intraprendere anche la seconda sfida, la “sfida del fungo”, decisamente più complicata della prima. Attaccato ad una teleferica rotante a forma di fungo e bombardato dai guardiani del castello armati di idrante, il ragazzo ha tentato di attraversare una piscina per poi staccarsi in prossimità di una pedana elastica. Sfortunatamente l’impresa non è andata nel migliore dei modi e il sabin ha rischiato di finire la sua avventura a Takeshi’s Castle con un bel tuffo in acqua a meno di due metri dalla pedana. “Quello che ho visto dagli altri è che tutti cadevano troppo in ritardo, per questo ho provato a lanciarmi un po’ prima. Alla fine, però non vedevo assolutamente nulla sotto di me, giravo e continuavano a buttarmi l’acqua addosso, quindi sono caduto troppo in anticipo.”
Il quiz dello scivolo
Per fortuna, per Ivan e gli altri 104 concorrenti la seconda sfida non era l’ultima possibilità di arrivare al gioco finale. Dopo il tuffo dal fungo, infatti, ad Ivan è stata data la possibilità di rientrare in gioco. Il valdostano è stato sottoposto al “quiz dello scivolo” un test a scelta multipla a suo dire molto semplice: “Mi hanno chiesto se Messi fosse originario dell’Argentina o del Brasile. Tendenzialmente però i giochi sono difficili perché a loro interessa vedere gente che si schianta per terra, che tu passi o meno interessa poco, va anche molto a fortuna, non è solo abilità.”
Block Block, il gioco finale
Ripescato grazie al gioco salvagente il venticinquenne di Saint-Vincent è quindi passato al gioco finale, block block, nel quale insieme ad altri 23 concorrenti ha preso d’assalto la roccaforte di Ennosuke. Nella sfida ciascuno dei guerrieri si è trovato di fronte a quattro grandi blocchi rotanti, ciascuno con una diversa forma geometrica. Purtroppo, dopo aver superato egregiamente i primi tre blocchi, al contrario di buona parte degli altri partecipanti, Ivan non ce l’ha fatta ed è caduto nuovamente nella piscina sottostante. “Sono partito a razzo, magari facendolo con un po’ più di calma sarei riuscito a superarlo ma quando sei lì non ci pensi più di tanto.”
Al di là della sconfitta, Ivan non rimpiange di aver partecipato a Takeshi’s Castle ma anzi si ritiene onorato per aver avuto la possibilità di collezionare un ricordo così unico: “Di sicuro è un ricordo da portare in giro oltre ad essere un ottimo argomento di conversazione, ogni volta che qualcuno che conosco lo scopre ci va fuori. In più ho avuto la possibilità di vedere la produzione di un programma importante dall’interno, mille computer, diciottomila telecamere, non è una cosa che succede a tutti. Alla fine, quello che a me interessava era partecipare ma volevo comunque evitare di farmi male nel dubbio, non si sa mai.”
Infine, il venticinquenne consiglia a chiunque sia interessato di provare a partecipare al programma anche se dubita che ci possano essere altre occasioni simili: “Se c’è la possibilità consiglio a chiunque sia interessato di farlo. Adesso come adesso non so se sia possibile partecipare. Molte persone me lo hanno già chiesto ma purtroppo cercando il link a cui mi sono iscritto non si trova più niente a parte le informazioni relative al 2022, già quest’anno ad esempio penso che non si faccia, dipende tutto da Amazon.”