Valpelline, da settembre un nuovo bivacco sulla cresta del Morion, vicino alla becca Crovaye

16 Giugno 2017

Un nuovo bivacco, da otto posti letto, “per rendere fruibile la splendida cresta che separa la Valpelline e la valle di Bionaz dalla valle di Ollomont”, spiega Cristian Bredy, guida alpina dell'associazione Espri Sarvadzo. Bredy, assieme ai tre colleghi dell'associazione, ha avviato un progetto di volontariato con il Cai di Pontedera, in provincia di Pisa e con i coniugi Bruno e Paola Pasqualetti, genitori di Luca, morto nel maggio 2014 in un'escursione sul monte Macina, nelle Alpi Apuane.

Il progetto si chiama “Montagna Sarvadza” e proprio a Luca Pasqualetti sarà intitolata la nuova struttura. “Il bivacco sarà posizionato in una sella nei pressi della becca Crovaye, ai 3270 metri di altezza, conosciuta per il suo foro caratteristico – spiega Bredy – scendendo verso sud dal monte Gelé sono due ore di percorso”. “La nuova costruzione è completamente reversibile – continua la guida – e persegue la filosofia di impatto ambientale minimo: al termine del suo ciclo di vita la struttura può essere quindi rimossa senza lasciare alcuna traccia sul suolo”.

A fine agosto è prevista l'inaugurazione a Bionaz, dove il bivacco sarà montato e lasciato in mostra per circa due settimane: “Lo andremo a posizionare in vetta a settembre – racconta Bredy – smontando tutto e dividendo il materiale in tre moduli, per i viaggi in elicottero”.

La struttura, progettata dagli architetti Roberto Dini e Stafano Girodo, è provvista di una veranda coperta e sarà divisa tra una zona notte con quattro materassi in gomma piuma, rivestiti in tessuto tecnico lavabile da due posti l'uno. Entrando si accede in una zona giorno con tavolo e otto sedie, caratterizzata da “una grande finestra panoramica sul prospetto principale rivolto a sud che permette di godere dell’apporto solare in termini di luminosità e temperatura interna, ma soprattutto del magnifico paesaggio antistante”.

Il costo dell'operazione, interamente coperto dalla famiglia Pasqualetti, è “intorno ai 35-40 mila euro – racconta Bredy – considerando che molta della mano d'opera è volontariato”. L'idea di Espri Sarvadzo è quella di valutare il successo di questo primo bivacco per poi riflettere sull'installazione di un secondo: “Sempre che si trovi un finanziamento – spiega Bredy un secondo bivacco offrirebbe infatti un punto di appoggio per l’attraversata integrale della catena del Morion, che parte dal Colle del Mont Gelé, per arrivare al Monte Berrio”.

“Il confronto con le varie guide francesi e svizzere incontrate durante il nostro lavoro ci ha dato ancora più fiducia sulla possibilità che l’idea possa funzionare – aggiunge Bredy nella presentazione del progetto queste guide infatti ci hanno confermato che sempre più spesso la loro clientela cerca luoghi sperduti e selvaggi come i nostri”.

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