E’ tempo di bilanci per il 4K: pregi e difetti di una gara che guarda al futuro con tante incognite
Si è chiusa senza particolari colpi di scena la prima edizione del 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta. L’organizzazione è soddisfatta in tutto e per tutto e minimizza alcuni disguidi che si sono manifestati durante questa settimana.
Gli occhi erano senza dubbio puntati in primis sulla sicurezza, forse il più grande terreno dello scontro tra la Regione autonoma Valle d’Aosta ed i VdA Trailers relativo all’edizione 2015 del Tor des Géants.
Le condizioni meteorologiche hanno contribuito per una percentuale grandissima affinché tutto si svolgesse al meglio. “A parte lo stress test del Malatrà, con piogge e venti fino a 80 km/h, il caldo l’ha fatta da padrona, con qualche disagio per gli atleti che necessitavano di grandi quantità di acqua, che abbiamo prontamente fornito loro”. È soddisfatto Gabriele Accornero, Direttore dell’Associazione Forte di Bard, organizzatore dell’evento. “Tutto è andato benissimo: il coordinamento, la sicurezza, l’atmosfera di festa. Grazie ad un tool come il GPS, che ha infuso grande tranquillità anche ai famigliari degli atleti, abbiamo potuto tenere sotto controllo i corridori ma anche altri aspetti logistici che ci hanno permesso di ottimizzare costi e tempi. La flessibilità è fondamentale, bisogna essere pronti 24 ore su 24”. Le proiezioni dei tempi di percorrenza stimati sono stati forse fin troppo ottimistici, con una discrepanza di circa 10 ore e mezza tra l’arrivo previsto e quello effettivo. Un elemento che ha portato la direzione di gara a correre ai ripari, allungando di quattro ore il tempo limite per portare a termine la corsa.
Sempre dal punto di vista della performance, la scelta di due testimonial per la squadra del Forte di Bard come Francesca Canepa (prima tra le donne) e Bruno Brunod (secondo nella categoria maschile) è stato forse un elemento di scarsa suspence. “Sono anni che seguiamo Brunod, è sempre stato libero di esprimersi ed è un testimonial della montagna. Per quanto riguarda Francesca Canepa, invece, è stata una delle prime ad aver risposto al nostro invito e, vista la sua caratura, non poteva non essere l’atleta di riferimento”.
Qualche disguido sul percorso c’è stato, elementi al limite del boicottaggio. “In alcune zone sono stati spostati i cartelli e le transenne. A Fontainemore abbiamo assistito ad un brutto episodio: in una via d’accesso fondamentale per i soccorsi abbiamo trovato il cancello chiuso e, sul lucchetto, era stata messa della colla, cosa che ci ha fatto perdere molto tempo”. Sull'ambulanza che doveva transitare lungo la poderale c'era Christian Insam, dolorante ad un ginocchio, al momento del suo ritiro. Secondo Adriano Favre, direttore di gara e responsabile della sicurezza, “quando c’è di mezzo la salute degli atleti bisogna allentare la tensione. All’inizio abbiamo trovato un po’ di chiusura, ma poi i diversi attori territoriali si sono sciolti e le cose sono andate bene”. Sul palco della premiazione è commosso ricordando Steven Dewaele, “un ragazzo partito con noi e che ora ci guarda dal Gran Paradiso”.
Diversi gli interventi dell’elicottero, una volta per una polmonite, una per un trauma facciale dovuto ad una caduta, altri per stanchezza o disidratazione. Sulla segnaletica lungo il percorso, Favre ammette che qualche ragionamento in più va fatto: “Abbiamo posizionato 12 mila bandierine catarifrangenti, ma molto spesso venivano sottratte, anche dai turisti che volevano un ricordo. Alcuni atleti hanno sbagliato strada, va pensata una soluzione che tenga conto della stanchezza dei runners, che magari a volte non hanno la forza di alzare lo sguardo”. Dal punto di vista sportivo, invece, nulla da eccepire: “Ho notato grande sportività e grande rispetto. Abbiamo dovuto solo applicare una penalizzazione di 4 ore ad un’atleta che non aveva con sé il materiale obbligatorio”.Oltre alla sicurezza, l’altro elemento chiave della manifestazione era la partecipazione del pubblico. Nelle basi vita – che hanno suscitato commenti fortemente positivi – la presenza della gente non era forse all’altezza delle aspettative, così come quella lungo il percorso. “A noi non interessano paragoni sul pubblico. La tecnologia ha dato la possibilità anche ai più anziani di seguire i propri beniamini da casa, senza doversi spostare”, chiosa Accornero.
“La presenza è stata buona, certe situazioni non hanno sicuramente creato le condizioni ideali per una partecipazione di pubblico più ampia”, gli fa eco l’Assessore al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti Aurelio Marguerettaz. “Abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi: gli atleti sono contenti, la popolazione e l’organizzazione pure, abbiamo dato alla Valle d’Aosta ed alla montagna una visibilità mediatica a livello internazionale”. Inevitabile parlare di passato e di futuro: “C’è stato un evidente salto di qualità dal punto di vista organizzativo. Tutte le strade sono aperte, ma il futuro va senza dubbio in questa direzione. Siamo aperti al dialogo con VdA Trailers, ma l’obiettivo deve sempre essere quello di promuovere la Valle d’Aosta secondo condizioni che noi riteniamo indispensabili. D’altra parte, non siamo mica noi ad aver fatto le cause in tribunale…”.
Il futuro, dunque, rimane incerto, nonostante il mantra ripetuto ossessivamente durante la premiazione: "Arrivederci al prossimo anno". A quale gara e su quale percorso, con quale organizzazione e con che modalità, sono variabili che per il momento, oggi, restano impossibili da calcolare.