Per Simona Morbelli il ritorno dal calvario arriva con un podio
Un calvario lunghissimo, fatto di cadute e ricadute, durante il quale si è rialzata sempre. I metri di dislivello emotivo sono stati tanti in questi otto mesi, ma finalmente Simona Morbelli è tornata ad indossare un pettorale, e lo ha fatto da par suo.
Ferma ai box dal 4 febbraio per un infortunio al tendine d’Achille, l’atleta di Courmayeur si è operata l’11 giugno, anche se una caduta a 72 ore dall’intervento aveva rischiato di compromettere l’operazione, provocando un’infezione durata tutta l’estate che ha richiesto 40 giorni di antibiotici. Intanto Morbelli si è allenata, tanto, ed ha placato la propria impazienza con dure sedute in palestra per la riabilitazione. Più difficile non lasciarsi scoraggiare, e gli alti e bassi psicologici sono stati sicuramente tanti: “Ogni giorno la sveglia ha suonato alle 05.30. Ovunque mi trovassi facevo finta di non ricordarmi cosa stava accadendo, ogni giorno dalle 3 alle 5 ore di training in e outdoor. Cross fit, macchine, cyclette, ellittica. Non ho mai mollato e sono sfinita, lo ammetto, ma se non ci avessi creduto, se non avessi sacrificato tempo, spazi e sonno non sarei a questo punto, in forma fisicamente e pronta per tornarlo atleticamente, decisa a proseguire per la mia strada anzi, la nostra strada, quella di Fulvio di Salomon e della sottoscritta”, scriveva meno di un mese fa sul suo profilo Facebook.
La prima donna a salire sul podio in una gara americana, la 100 miglia di Leadville, non si è abbattuta e lentamente è tornata a solcare i sentieri per allenarsi fino a quando, nel weekend appena trascorso, è stata chiamata alla Montepulciano Run in qualità di madrina. “Per ringraziare di essere stata chiamata a rivestire questo ruolo in questa gara così prestigiosa ho deciso di onorare la 25 km [750 m D+, nda], la più lunga della manifestazione”, spiega Simona Morbelli. “A meno di quattro mesi dall’operazione e dopo otto di stop, l’ho preso come un allenamento, senza forzare. Trattandosi di una gara mass start con anche i partecipanti alla 14 km, non avevo idea della mia posizione, e neanche mi interessava, ma ho corso ascoltando solamente il corpo”. E, senza forzare, l’atleta del team Salomon International ha ottenuto uno straordinario secondo posto in 2h09’33”, alle spalle di Federica Moroni, che ha vinto la classifica femminile in 1h58’15”.
“Indossare un pettorale su una distanza non mia in mezzo a podisti su un trail da 25 km ed arrivare seconda senza forzare è una forte motivazione per anima, testa e corpo. La strada è ancora lunga, ho ripreso ad allenarmi da due settimane. Tornerò a gareggiare nel 2019, questo era solo uno dei mattoncini per tornare in forma”.