Al 4K senza una gamba, Francis Desandré vince la sua sfida
“Guarda, il post di Facebook del 4K su di me ha 492 likes, ancora 8 e siamo a 500”. Francis Desandré, 48 anni, amputato dal ginocchio in giù, è senza dubbio uno dei protagonisti assoluti di questa massacrante ma coinvolgente manifestazione. Lui si schermisce: “I veri eroi sono quelli che devono ancora arrivare”.
Un passato nell'atletica (con il lancio del peso, del disco e del giavellotto), Francis ha la montagna ed i trail nel cuore. Dopo la mancata partecipazione al Tor des Géants dell’anno scorso a causa dell’assenza di una normativa specifica, quest’anno il 4K Alpine Endurance Trail Valle d’Aosta lo ha accolto grazie ad una wild card concessa dallo sponsor Audemars Piguet: “Non c’è mai stato nessun problema, l’organizzazione ha offerto una disponibilità totale, chiedendomi solo il certificato medico”.
A dicembre un’operazione per una follicolite, a cui sono seguite diverse rivoluzioni per quanto riguarda la protesi, il piede e la caviglia: “L’Inail ha creduto molto nel progetto, investendo nella dotazione. Anche Grivel, che con grande sensibilità ha adattato le mie stampelle per farle diventare da trekking. Certo che, facendo “l’asino” come me che faccio i trail, i pezzi della protesi durano meno di quanto dovrebbero”, scherza Francis, che quest’anno ha anche partecipato ad altre gare tra cui la prima edizione del QuartTrail ed al Vertical Cervino X-Trail.
La partenza di sabato 3 settembre da Cogne è stata in dubbio fino all’ultimo: il 29 agosto un’ecografia ha evidenziato una tendinosi del tendine comune di Hamstring (a cui sono seguiti i massaggi dell’osteopata e le sedute di Tecar terapia) ma, soprattutto, la perdita della mamma una ventina di giorni fa è stato un colpo durissimo. “Da Cogne a Valnontey è stato un teletrasporto emotivo. Quando poi sono arrivato in cima al col Lauson ho sentito la presenza della mamma, mi sembrava che allungando la mano avrei potuto toccarla. L’hai sentita anche tu?”, chiede un po’ emozionato Francis al fratello Romuald, che lo ha accompagnato durante il trail. Proprio a Cogne, per ironia della sorte, quest’inverno era stata consegnata al Sottosegretario Luigi Bobba la petizione online promossa da Francis con il blog “Gambe in spalla”, firmata da 47 mila persone, che chiedeva di inserire i trail di montagna nella lista delle attività sportive per persone disabili.
L’altra grande emozione è stata nella Valsavarenche: prima il guardaparco del Parco Nazionale Gran Paradiso Dario Favre che, dal casotto di Levionaz, all'imbrunire è andato incontro a Francis e Romuald, poi l’accoglienza trionfale degli abitanti della frazione di Tignet. “Ci hanno accolti come enfants de la patrie. Hanno allestito un banchetto e ci hanno accompagnati a piedi fino a Dégioz”.
Proprio i 25 km di Dégioz erano l’obiettivo finale, raggiunti sabato alle 23.55, anche se la vera sfida era esserci e prendere il via alla gara: “Per tanti motivi non mi sono potuto allenare come si deve. Ogni 1,5 km devo fare manutenzione alla protesi e ci impiego 7 minuti. Io mi alleno da solo, invece mi ci vorrebbe un team che mi segua, un “maresciallo” che mi dica cosa fare e mi tenga un po’ a stecchetto: peso 120 kg. Ogni tanto per allenarmi vado al Rifugio Bertone, dove lavora mia figlia, ma il problema è che si mangia troppo bene e vanifico tutto”.
Francis, a Cogne, è partito in coda, perché preferisce fare il proprio ritmo, anche se il pubblico lo fa sentire “leggero come una farfalla”. Qual è stata la parte più difficile? “Fisicamente, dal Sella al Lauson ci sono due o tre mayen che mi mettono in crisi. Ma il momento peggiore sono state le sette ore di discesa, con Romuald e gli altri che non la smettevano di parlare di pastasciutta e parmigiana di melanzane”.