Nuovo record al Tot Dret per Henri Grosjacques. Al femminile trionfo di Boifava
Henri Grosjacques si riconferma vincitore anche quest’anno del Tot Dret, terminando la sua gara con l’arrivo a Courmayeur in un tempo di 22h06’31 infrangendo il record stabilito da Giuliano Cavallo nell’edizione del 2019 (23h01’25”), restando anche lui sotto al muro delle 24 ore seppur su un percorso differente a causa della variante che l’organizzazione ha dovuto approntare ad Oyace togliendo 4 km e 700 metri di dislivello.
Partito alle 21 di martedì 13 settembre ha percorso gli oltre 130 km con 12000 metri di dislivello che separano Gressoney da Courmayeur lasciandosi tutti dietro alle spalle e diventando il primo atleta in assoluto a bissare il successo su questo percorso.
Sesto assoluto nella Aosta Becca di Nona 2022 e con un secondo posto alla Monterosa Walser Waeg – Trail da 46 km, Henri ha lottato con il belga Florentin Gooris fino ad Ollomont, da dove ha cominciato a guadagnare il margine necessario per prendersi la vittoria.
Vincere una volta è difficile ma farlo per due anni consecutivi lo è ancora di più.
Terzo lo svizzero Vincent Boitelet (24:03:05) che chiude il podio maschile dopo la vittoria di Grosjeans e del belga Gooris Florentin (22:39:06). In quarta posizione Giovanni Paris.
Tot Dret: Alessandra Boifava è la prima donna
Alessandra Boifava vince il Tot Dret arrivando alle 22.45 con un tempo di 25:45:25, decima assoluta.
Già protagonista di un terzo posto nell’edizione del 2018, Alessandra si ripresenta tra le favorite rispettando i pronostici. Alle spalle una stagione 2022 ricca di risultati: prima donna all’Ultrabericus Trail a marzo, terza donna al Garda Trentino a maggio, sesta donna alla Lavaredo Ultra Trail di giugno ed ora il primo posto al Tot Dret.
Istruttrice di nuoto ed ex grafica e disegnatrice pubblicitaria, ha svoltato la sua vita nel 2017 licenziandosi da dove lavorava per dedicarsi all’insegnamento del nuoto, lavoro che gli consente ora di dedicare molto spazio agli allenamenti e alla sua passione per il trail.
Passione che ha saputo dimostrare anche sui sentieri che portano da Gressoney a Courmayeur conquistando la prima piazza.
Seconda Katrin Bieler, arrivata poco dopo la mezzanotte, con un tempo di 27:12:24, terza Denise Zacco con un tempo di 27:12:25.
Sulla distanza più “corta” del tot Dret, con i podi maschili e femminili al completo si può già definire definire anche la top ten dei finisher valdostani.
Pettorale | Atleta |
2056 | Grosjacques Henri |
2480 | Bieler Katrin |
2368 | Curtaz Simon |
2186 | Chaberge Fabrizio |
2330 | Zemoz Andrea |
2496 | Orlando Pietro |
2242 | Luberto Imer |
2018 | Comé Matteo |
2187 | Visinoni Andrea |
2506 | Turini Riccardo |
Degli oltre 500 atleti iscritti, provenienti da 26 nazioni, hanno preso il via martedì sera 13 settembre in 386. Dovranno percorrere nel tempo limite di 44 ore l’Alta Via numero 1 della Valle d’Aosta con il Monte Rosa ed il Cervino a far da cornice nella prima parte di gara, fino ad arrivare al traguardo di Courmayeur al cospetto del Monte Bianco.
Una parte di Tor des Géants ma non per questo meno impegnativa visti i cancelli orari stretti da rispettare e il notevole sviluppo verticale che la rendono una gara impegnativa. Tanto impegnativa che ogni anno quasi la metà dei partenti non arriva alla fine della gara ed è costretta al ritiro.
Il nuovo vincitore di questa quinta edizione va a far parte dell’albo d’oro delle precedenti: Cesare Clap e Giuditta Turini (2017), Marco Mangaretto e Pretto Francesca nel 2018, Giuliano Cavallo e Marina Cugnettonel 2019 ed Henry Grosjeaques e Noélie Monney 2021.
Di seguito l’elenco dei 93 valdostani in partenza: Albanese Enrico, Aspesi Luis Alberto, Bagnod Dario, Balme Ulof, Barmaz Manuel, Belfrond Marco, Betemps Christian, Bieler Katrin, Bionaz Elisa, Bionaz Fulvio, Blanc Henri, Bochicchio Erik, Boemio Giuseppe, Borinatto Claudio, Borney Gilbert, Caliano Mattia, Camilletti Andrea, Carcereri Ezio, Chaberge Fabrizio, Charbonnier Jean Louis, Cherchi Giuseppe, Cibibin Caterina, Colliard Omar, Comé Lucio, Comé Matteo, Compagnoni Stefano, Consol Daniela, Curtaz Simon, Dalbard Aline, Danne Alessia, Desaymonet Marco, Di Cristo Elena, Di Fiore Riccardo, Farcoz Danilo, Faure Ragani Alessandro, Favre Jean-claude, Fiorito Fabrizio, Forestiero Alessandro, Frutaz Manuele, Gaspard Alan Michael, Gerard Antonio, Grosjacques Henri, Grosjacques Luciano, Guidetti Maurizio, Herin Michele, Jacquin Jean, Janin Joel, Joly Mattia, Junod Diego, Luberto Imer, Maguet Roberto, Mammoliti Giorgio, Marquis Patrick, Martina Teodoro, Marzano Massimo, Mazzei Gianni, Melotto Andrea, Menegatti Silvia, Mosetti Umberto, Orlando Pietro, Orsini Sebastian, Orsini Alessio Bortolo Sergio, Ouvrier Giuseppe, Pellicone Massimo, Pieiller Denis, Pinna Alessia, Pittet Davide, Priod Giancarlo, Putignano Vincenzo, Riabova Oksana, Roux Gilles, Ruffier Erik, Saitta Gianfranco, Scarano Pamela, Semprini Roberto, Solferino Luca, Sottini Mattia, Stacchetti Pierino, Stevenin Diego, Tadiello Federico, Todesco Alberto, Tordi Luca, Trabucchi Pietro, Turani Marco, Vallet Dominique, Vanin Michel, Vicquery Valerio, Visinoni Andrea, Vuillermin Stefano, Yon Sebastiano Isidoro, Zanetti Walter, Zemoz Andrea, Zublena Richard.
Intervista a Michele Evangelisti
Michele Evangelisti si definisce un portatore sano di Trail, ha gareggiato su diverse distanze e corso in molti angoli del pianeta. Ha un grande seguito sui social perché ama mostrare attraverso foto, video e live le gare a cui partecipa ed i suoi allenamenti, mettendoci sempre la faccia sia nei momenti di entusiasmo sia nei momenti di crisi.
Ha partecipato nel 2015 al Tor des Géants e quest’anno ha deciso di prendere parte al Tot Dret.
Michele, come prima cosa vorrei chiederti, da fresco finisher della TDS (una delle gare del circuito UTMB) quali differenze o similitudini pensi di trovare sulla gara che andrai ad affrontare, il Tot Dret, rispetto a quella appena conclusa?
Pur trattandosi di due gare simili per quanto riguarda la distanza da percorrere trovo che il Tot Dret sarà relativamente meno duro rispetto alla gara appena conclusa. Mi spiego meglio: per prima cosa è una gara che affronterò in Italia e a differenza dell’altra non sarò solo visto che in partenza ci saranno con me altri atleti che seguo come coach. Inoltre i sentieri dell’alta via sono tenuti meglio e risultano più scorrevoli e meno tecnici rispetto a quelli trovati in Francia.
Come ti alleni principalmente per questo tipo di eventi?
Questa sarà la mia seconda gara da oltre 100 km nel giro di due settimane e la settima della stagione. Non lo faccio perché sono un supereroe o per ego ma semplicemente perché ho gestito bene il recupero e non ho avuto problemi tendinei o muscolari. La salute viene prima di tutto e non avrei partecipato al Tot Dret sapendo di avere qualche grosso problema fisico. Arrivo da una bella stagione in cui ho preso parte a diverse gare ultra. Non sono uno di quelli che si allena solo facendo gare, amo anche molto la parte di allenamenti quotidiani e sessioni di anche le sedute di potenziamento muscolare. Gli esercizi di forza a corpo libero sono una parte che non tutti digeriscono ma io trovo che certi tipi di allenamento fatti come nel mio caso anche in gruppo, siano di grande aiuto e se condivisi risultano meno noioso e duri. Il difficile sta nel riuscire ad incastrare le sedute di allenamento, corte o lunghe che siano, con i figli, il lavoro, le cose di casa!!
Con quale motivazione andrai ad affrontare questa gara che non va di sicuro sottovalutata pensando sia un Tor “dimezzato”?
Ho preso parte ad un’edizione del Tor, purtroppo interrotta a causa della neve. Direi quindi che una buona parte del percorso la conosco e non vedo l’ora di poter affrontare questo ulteriore viaggio.
Non si tratta di una gara di ripiego, anzi. Trovo che l’organizzazione abbia avuto un’ottima idea nel dare accesso diretto al sorteggio del Tor des Géants per i finisher del Tot Dret.
Sulle gare di ultra, come per altri tipi di competizione, non è possibile allenarsi sull’intera distanza che si andrà a coprire durante la gara: se vogliamo fare un paragone il Tot Dret potrebbe essere una mezza maratona e il Tor una maratona. Rappresenta quindi la distanza perfetta su cui misurarsi in vista dell’obiettivo più grosso. Ad essere sincero la colgo come un occasione perché mi piacerebbe ritentare il Tor. So che ci saranno momenti belli e momenti difficili, ma mi sento molto motivato.
Chi ti segue sui social sa che sei molto attivo nel postare foto e immagini durante le tue gare: farai lo stesso anche sul Tor Dret?
Sicuramente sarò attivo sui canali social. Tutto nasce dalla voglia di condividere in primo luogo questa esperienza e dal voler mostrare a chi mi segue i paesaggi in cui passa la gara. I video, le dirette o anche piccoli spezzoni li faccio quando sono in condizione di sicurezza e so di poterli fare. Mi piace condividere quello che faccio. Voglio diffondere l’emozione che la corsa mi da. Non si tratta quindi di una mancanza di rispetto nei confronti della gara.
Concludo con una classica domanda a cui ogni trail runner prima o poi deve rispondere: perché ti piace correre su lunghe distanze?
Si tratta di una sfida con se stessi, un viaggio emozionante. Su questo tipo di gare non guardo la prestazione, so che c’è una finestra di tempo entro la quale va finita. Ognuno ha le sue gambe ed il suo ritmo ed è questo il bello. Alla fine si è tutti finisher, ci sarà sempre qualcuno che arriva primo e qualcuno che arriverà per ultimo. Non punto alla prestazione massimale, cerco solo di godermi la gara e arrivare in fondo stando bene e con la voglia di poter correre ancora nel più breve tempo possibile senza avere strascichi muscolari.
La cosa che conta è la sfida con se stessi. Inoltre essendo un preparatore cerco di provare su me stesso quello che poi propongo a chi si allena con me e riproporla nella forma più adatta.