Aymavilles dice addio a Rita Angela Abram, “La Madama di Secret”
Rita Angela Abram è nata a Pondel il 16 gennaio 1930, in una di quelle case cha ancora oggi si affacciano sul ponte-acquedotto romano. Raccontava spesso di quei luoghi, di quando era bambina e andava a scuola lì, perché fino in terza elementare c’era ancora la scuola nel villaggio. Poi dalla terza in avanti doveva scendere ad Aymavilles a piedi: alcune volte, in certi periodi, quando nevicava, diceva che doveva partire quando ancora era buio, e poi si fermava a mangiare da una famiglia giù ad Aymavilles, per poi rientrare la sera.
Raccontava quando in periodo di guerra dovevano scappare di notte a rifugiarsi giù nei prati e si portavano con se viveri e coperte, perché avevano paura dell’arrivo dei fascisti. Raccontava di zii che erano partiti per l’America in cerca di fortuna: mostrava le foto e le lettere che si scrivevano allora. Passavamo le estati con lei da piccola, andavamo alla vigna, ci portava nell’orto a dar da bere alle piante, le piaceva fare l’uncinetto. Insomma, era un pozzo di ricordi che sembravano così lontani dalla nostra attuale realtà.
Sull’epigrafe abbiamo deciso di scrivere “La Madama di Secret”. Una signora anziana le aveva lasciato, senza dirle niente, delle preghiere dentro dei giornali. Quando se ne accorse, iniziò ad interessarsene e col passa parola cominciò questa sua “attività”. Si metteva in un angolino con la testa bassa e iniziava a pregare sottovoce: faceva passare il dolore, toglieva i vermi, spegneva anche il fuoco, le fiamme. Quando chiamava qualcuno segnavamo su un quadernetto il nome e il cognome e il a male da togliere. Le piaceva molto fare del bene ad altre persone, era estremamente altruista e di buon cuore. Era una donna, una madre e una nonna speciale.
Da una ventina d’anni conviveva con una malattia autoimmune che ha saputo affrontare con una forza incredibile. Ancora fino a due settimane fa, prima di contrarre questo maledetto COVID, camminava con il suo deambulatore, mangiava, non perdeva il suo the per merenda e il suo goccetto di vino a pranzo e di testa era ancora super brillante. E’ un pezzo di vita, di famiglia, di paese, di storia della Valle d’Aosta, che se ne va. Lascia due figli, Sandra e Fedele con Viviana, che in questi anni le sono sempre stati vicini e le hanno fatto sentire tutto il loro amore, insieme ai nipoti Loredana con Alessandro, Martina con Matteo, Massimiliano, Federico, e i pronipoti André Samuel, Javier e Léonie, insieme ai parenti tutti.
La famiglia di Rita Angela Abram ved. Belley