Fénis e tutto il mondo dello sport valdostano piangono Battista Pieiller
Fénis piange Battista Pieiller, ma sarebbe più corretto affermare che la Valle d’Aosta dello sport – e quella delle persone per bene – è in lutto da venerdì sera per la scomparsa di uno di quei personaggi che il celebre giornalista sportivo Gianni Mura non avrebbe esitato a definire “hombre vertical”.
Un uomo tutto di un pezzo. Un pezzo (considerevole) di Fénis, una pietra miliare dello sport della nostra regione. E’ stato – e parlare al passato fa davvero male al cuore – atleta e dirigente, accompagnatore e allenatore, organizzatore e confidente, tifoso e psicologo, giudice e tracciatore. Trovate un ruolo, un qualsiasi ruolo, che possa tornare utile in un torneo di calcio, in una corsa di biciclette o in una gara di sci: bene, Battista Pieiller lo aveva certamente ricoperto.
Sempre con il sorriso sulle labbra, sempre a disposizione di organizzatori – veri o sedicenti – consapevoli che coinvolgerlo nella loro avventura voleva dire raggiungere l’obiettivo. Con lui non si sbagliava mai.
Un paese sotto shock
La notizia della morte di Battista Pieiller si è sparsa in fretta non solo a Fénis, ma nell’intera regione. Era salito a Clavalité in bicicletta per una sgambata e un secondo fine: oggi, sabato, si celebra la festa del vallone che sovrasta Fénis e Battista aveva controllato ancora una volta che tutti i cartelli della segnaletica fossero stati posati nel modo corretto. Nella discesa verso casa un malore se lo è portato via.
Classe 1954, Battista Pieiller è cresciuto a Fénis diventandone un’icona. Il termine non è esagerato e neppure improprio: troppo facile tirare in ballo il vecchio detto per il quale “sono sempre i migliori quelli che se ne vanno”. Battista Pieiller, semplicemente, era qualcuno di molto speciale.
C’era voluta anche un po’ di fortuna, per costruire questa vita che sembra una storia da “Libro Cuore”, ma nel suo caso è stata più che mai meritata: il lavoro iniziato presto in ferrovia (casellante in Piemonte) gli aveva permesso di andare in pensione alla soglia dei quarant’anni. Altri avrebbero vissuto di rendita, Battista Pieiller aveva però un piano diverso: semplicemente si mise al servizio del prossimo, un’attività senza orari e senza giorni liberi che lo ha ottenuto occupato fino alla fine.
Sport e volontariato
Trent’anni da amministratore comunale, tra i quali due mandati come Assessore con il sindaco Pino Cerise a cavallo tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila. Membro sempre presente dell’associazione Abc di Fénis, l’Association Bénévoles de la Commune. Il 25 aprile, quando si commemorava la fine della guerra e la Liberazione, lui c’era: c’era alla festa degli anziani, a dare una mano in cucina o a posare tavoli e panche per il pranzo comunitario. Anima dello Sci Club Tersiva, per decenni membro del direttivo del comitato Fisi Asiva, Battista Pieiller è stato tra i fondatori dell’Orange Bike Team, la società ciclistica che gravita tra Pontey e Fénis. Come facesse a conciliare tutti gli impegni resta un mistero: la sua presenza discreta e gentile si percepiva sempre e il suo buonumore “a prescindere” è stato spesso e volentieri l’ingrediente capace di far fare il salto di qualità a una manifestazione che senza di lui sarebbe stata mediocre. Se qualcosa faceva tappa a Fénis, lui c’era: disponibile a qualunque ora del giorno o della notte. Oltre al sorriso una manualità fuori dal normale: se nel raggio di qualche chilometro si aveva un problema – transenne mancanti, elettricità carente, fate voi – bastava una telefonata per togliersi il mal di pancia.
Era stato atleta nella bicicletta, ma soprattutto nello slittino, forse l’amore più profondo della sua carriera sportiva. Aveva gareggiato ad altissimi livelli e con lo stesso entusiasmo aveva guidato prima il club, poi la squadra del comitato e infine la Nazionale. C’era quando le cose andavano bene e c’era – perché un capitano non abbandona mai la sua nave – quando le sorti per lo slittino su pista naturale si sono fatte nefaste. Con lo stesso entusiasmo degli inizi ha guidato gli ultimi atleti della squadra Asiva della luge e in stagioni recenti aveva pure provato a rialzare le sorti di questa disciplina, portando in giro per tutte le Alpi (e non è un modo di dire) ragazze e ragazzi ai quali ha insegnato non solo cosa vuol dire sport, ma cosa vuol dire vivere.
Amava lo sci di fondo e lo sci alpinismo: in breve, amava la fatica, attività che premia a distanza e che permette agli uomini di migliorarsi (non solo a livello sportivo). La sua casa era a Fénis, il suo cuore a Clavalité: era salito sul Tersiva circa sessanta volte, era lui che ogni anno controllava che il Bivacco Borroz potesse accogliere di nuovo escursionisti e alpinisti. Non c’era sentiero che avesse segreti, per Battista Pieiller, che non a caso è stato ideatore del Vertical Fénis, la classica di apertura della stagione del mondo dei trail “di sola salita” della nostra regione.
E chissà quante altre cose fatte da Battista Pieiller sono state omesse in queste righe che non possono raccontare a pieno una delle persone più eccezionali di cui la Valle d’Aosta abbia a memoria. Battista Pieiller non lascia solo la figlia Ilaria, la compagna Silvana e il fratello Piero: lascia due comunità – quella di Fénis e quella sportiva valdostana, anche se il limite geografico rischia di essere troppo stretto in entrambi i casi – e la sensazione di aver perso qualcuno di insostituibile.