Omaggio a Fulvia Borsato in Valcarenghi di Saint-Pierre
Sei andata verso il Picco dell’Aquila come una bimba che raccoglie le margherite in un grande prato, le stesse margherite che ti raccoglievo da piccola senza sapere cosa sarebbe accaduto dopo. Il dopo non esisteva, il tempo non esisteva , solo i tuoi sorrisi cristallini, solo i tuoi occhi su di me e la mia piccola mano nella tua, Mamma.
Pregavi, pregavamo insieme per non avere paura quando sarebbe arrivato il momento … e tutte quelle preghiere invisibili hanno tracciato una strada, incomprensibile alla mente, al ragionamento, una strada mistica e luminosa che ti ha portato dall’altra parte passando dal sonno alla mano di papà e all’abbraccio della tua mamma che ti mancava così tanto.
Tu sei e sarai sempre la mia luce .
I tuoi occhi sono gli occhi dell’innocenza, della purezza.
Il tuo cuore è spazioso … ci potevano stare tutti comodamente, ognuno a proprio agio, i tuoi pensieri erano sempre per chi non stava bene e le tue azioni sempre verso la direzione del prendersi cura.
E poi il giardino della tua vita profumava di fiori, ortensie ,papaveri, violette, primule, bocche di leone , settembrine, mughetti , piccoli narcisi, peonie, rose, nigelle, margherite, risuonava del canto dei merli, del canto delle rondini e soprattutto dello stupore di bimba che avevi sempre negli occhi. Io voglio vivere immersa in questo giardino e portare nel mondo i semi della tua innocenza, della tua bontà d’animo, del tuo stupore, della tua spontaneità, semi che ci hai lasciato perché noi potessimo continuare il tuo lavoro di « abile giardiniera dell’anima » che ci hai trasmesso con le tue azioni.
La mia prima parola è stata « fiammifero » mi dicevi sempre e tu amavi dare fuoco all’erba secca.
Adesso io voglio provare a dare fuoco alla tristezza, alle lacrime, alla nostalgia per lasciare spazio alla bellezza, alla gioia, alla leggerezza che tu mi hai insegnato Mamma.