Chiusura ApeLuna e Farfavola: la politica non ha capito che la flessibilità è una ricchezza
L’ApeLuna è il primo posto in cui ho iniziato a lavorare come educatrice. Erano le 8.30 del 22 luglio del 2002 e ad accogliermi in servizio, oltre alle nuove colleghe, c’erano i bimbi.
Il ricordo di quel giorno è vivissimo nella mia mente: Carlotta, una piccola bimba di 9 mesi al suo primo giorno d’inserimento, arriva verso le 9 con il papà. Per lei inizia, come per me, l’esperienza all’ApeLuna. Siamo entrambe pronte a guardare, osservare, conoscere ed esplorare questo nuovo posto. Federico invece gioca nella piscina delle palline e mi guarda, con i suoi enormi occhioni marroni, senza mai perdere il contatto. Per mettermi alla prova e vedere cosa gli dico, inizia a lanciare fuori le palline.
L’ApeLuna nasce come sorellina del Gatto Blu, la prima Garderie in Valle d’Aosta. Una ricerca condotta vent’anni fa evidenziava che molte famiglie avevano bisogno di un servizio diverso da ciò che era già esistente, cioè il nido. La necessità era di affidare i propri bimbi a un servizio socio educativo, ma non necessariamente per l’intera giornata. Dopo il Gatto Blu nel 1996, nel 2000 nasce così L’ApeLuna, nel quartiere Dora, luogo scoperto da servizi.
I servizi nascono a sostegno delle famiglie, senza la pretesa e la presunzione di sostituirsi a loro nel compito educativo, ma solo con l’umiltà di riconoscere a loro questo ruolo ed essere a sostegno della genitorialità.
Dopo due gravidanze e 10 anni all’ApeLuna, arriva la possibilità di crescere e allargare l’esperienza lavorativa in altri servizi, in un’altra funzione. Da coordinatrice lavoro al nido di Courmayeur, poi al Gatto Blu (il ritorno alle origini in quanto Garderie) poi al nido/Garderie di Morgex, di nuovo a Courmayeur e poi torno ad Aosta con l’arrivo del progetto del nido privato La Farfavola.
Nel 2015 il Comune di Aosta decide di chiudere il servizio più richiesto dalle famiglie alla presentazione delle domande di inserimento al nido. Come cooperativa decidiamo di mantenere aperto il servizio e concretizzare in Farfavola ciò che le famiglie richiedono a gran voce. Una nuova sfida da intraprendere: mettere insieme le esperienze vissute negli anni e realizzare la flessibilità, quella vera, in un servizio socio educativo completo del pasto. Apriamo le porte del nido, in una gestione del tutto privata, il 4 gennaio, accompagnati da una bella nevicata. Ricordo ancora le parole della mia collega educatrice: “La neve porta bene ed è un segnale di buon auspicio”. Iniziamo così questa nuova avventura con moltissima positività e grande entusiasmo.
Le formule flessibili incuriosiscono le famiglie che vengono a conoscerci. I primi tempi di rodaggio in un’esperienza del tutto privata sono faticosi, ma poi la Farfavola si struttura. Le famiglie escono dalla porta dopo la visita del servizio dicendo che non avrebbero mai immaginato di trovare un nido che fosse così rispondente alle loro esigenze. Dopo il primo incontro tirano un sospiro di sollievo, pensando che tutto sommato a volte non è poi così difficile rientrare al lavoro se esiste un servizio come questo. La porta del nido è sempre aperta per loro, il codice in possesso a tutte le famiglie consente a loro di aprire in qualsiasi momento e di entrare in qualsiasi orario. La famiglia è accolta e vista. Percepisce che l’inserimento viene calibrato sui ritmi e i tempi che il loro bimbo può sostenere, così come tutte le routine del nido vengono personalizzate.
Da sempre la Garderie, con la sua flessibilità, è stata associata dai colleghi di altri nidi o dagli addetti al lavoro (diciamo non proprio informati) al “parcheggio”, o così hanno voluto sempre farla passare, ma NOI (e nel “noi” racchiudo coloro che ci hanno lavorato e le famiglie che l’hanno frequentata) sappiamo che l’attenzione, la cura di ciascun bambino, l’agire sempre educativo sono la priorità.
La flessibilità è faticosa, anzi faticosissima. La flessibilità è complessa. La flessibilità richiede competenze per saper gestire in ogni momento l’imprevisto, senza farlo vivere ai piccoli. Flessibilità è mettersi costantemente in gioco.
Ma soprattutto la flessibilità è ricchezza. Sì, proprio ricchezza. Perché ti obbliga a porre attenzione al singolo bimbo, alle sue esigenze e al suo percorso. Non esistono orari della nanna uguali per tutti, non esistono modalità di inserimento standard, non esistono orari in cui entrare e uscire fissi. Non esistono porte e spazi chiusi che le famiglie non possano aprire. La vera ricchezza che la flessibilità offre è poter incontrare il bambino e la sua famiglia, nella loro specificità, nella loro unicità, nella loro storia, nelle loro difficoltà e nelle loro conquiste, con i loro tempi.
L’équipe è formata da persone davvero preparate e i rimandi delle famiglie sono positivi.
Ma ahimè, arriviamo a novembre 2018, momento in cui la cooperativa comunica di chiudere definitivamente La Farfavola. Lo stesso decide di fare il Comune con L’ApeLuna.
La gestione del nido privato è insostenibile e non possiamo più proseguire. Non perché non ci sono bambini, anzi. Di famiglie e bimbi ce ne sono moltissimi. Ma come si sa il costo del personale, messo in regola come dovrebbe essere, è elevato e non consente mai di raggiungere il pareggio. È davvero difficile da accettare per le famiglie, che vedono un servizio pieno, e per tutta l’équipe, che è consapevole dell’investimento fatto. Tentiamo con tutte le idee possibili di restare a galla, anche le più assurde. Rimandiamo la decisione di chiudere (dal 31 agosto al 31 dicembre) seguendo la testa, in attesa di un accreditamento che molto probabilmente non arriverà neppure il prossimo anno. Rimandiamo la chiusura seguendo il cuore, perché chiudere un servizio che funziona è inconcepibile. Per quanto riguarda L’Apeluna, il Comune preferisce andare avanti e finanziare i suoi nidi.
E così inevitabilmente le riflessioni e le letture personali continuano a rimbalzare nella testa.
Dal 1996 ad oggi la situazione socioeconomica è molto cambiata: il lavoro è diventato sempre più precario e discontinuo e l’attuale congiuntura influisce molto sulla gestione delle entrate delle famiglie. Ci si aspetterebbe un adeguamento dei servizi alla persona che segua i tempi, per continuare a sostenere le famiglie. Invece la scelta politica ricade sul mantenimento di servizi rigidi e costosi per l’intera comunità. Dislocati laddove sono difficili da raggiungere e vuoti. I dati comunicati dicono che sono riempiti al 95%, ma quelli reali, di famiglie che li frequentano, raccontano di sezioni chiuse e nidi mezzi vuoti, con personale al quale verrà ridotto l’orario di lavoro. Le scuse possono ricadere sulla ristrutturazione e l’adeguamento a norma dei servizi. Ma il Comune combatte da almeno cinque anni con la realtà dei suoi nidi vuoti. E con la riapertura continua delle graduatorie. In questo panorama, altri nidi invece sono pieni. Alcune domande rimangono purtroppo senza risposta: chi ha la responsabilità di trovare una soluzione ad un rompicapo in cui sono coinvolti i cittadini e le risorse pubbliche, partendo dai dati di realtà? Perché le famiglie non scelgono i nidi comunali?
Nel frattempo, queste sono le scelte politiche fatte e questa è la realtà oggi. A fine anno chiuderà l’ApeLuna, il servizio nel quale ho iniziato a lavorare, nel quale la mia formazione personale e professionale ha subito un’accelerazione, nel quale sono cresciuta moltissimo, nel quale è stata sollecitata la voglia di tornare sui libri e approfondire il tema dell’educazione e della formazione. Sempre a fine anno chiuderà la Farfavola, il nido nato dall’esperienza ventennale della cooperativa, dove tutte le esperienze e le sollecitazioni dalle famiglie sono state messe in gioco. Il nido del presente e del futuro…peccato davvero che non tutti abbiamo la stessa visione!
Con la fine dell’anno terminerà probabilmente la mia esperienza nei servizi alla prima infanzia. Si chiude così un cerchio di esperienze personali e professionali con la cessazione dei due servizi: ApeLuna, capace di innovare e sperimentare nel 2000, e Farfavola, in grado finalmente di rispondere alle esigenze delle famiglie in maniera flessibile, nel 2018.
Con grande amarezza penso alle famiglie che non avranno la possibilità di essere sostenute in ciò di cui avranno bisogno.
Con grande rabbia penso alle disponibilità economiche che questa Regione e questo Comune ancora hanno, ma che amministrano non mettendo al centro la gestione della “cosa pubblica”.
Con grande delusione penso al pochissimo investimento che viene fatto sui figli, che sono il nostro futuro.
Con grande rammarico penso alle persone, alle professioniste, che in questi servizi sono cresciute e che non si sono mai risparmiate. Ora rimarranno a casa e si dovranno reinventare, anche se il loro lavoro lo svolgevano davvero ad alti livelli di qualità.
Con grande nostalgia ricordo Carlotta, Federico, Niccoló, Rebecca, Asia, Giulia, Etienne, Aurora, Beatrice, Matteo, Elena, Marta, Rami, Lorenzo, Eleonora, Mattia e tantissimi altri, ora diventati grandissimi, o solo grandi: anche se non mi riconoscono, quando ci incontriamo, hanno ben presente cosa sia stata L’ApeLuna. Un servizio a fianco delle loro famiglie, a sostegno dei loro genitori, di crescita per loro stessi.
Anche se le porte di questi due luoghi così importanti, per me e per loro, si chiuderanno, sono certa che un ricordo indelebile di quanto vissuto resterà impresso nel profondo del nostro cuore.
Giulia Henriet
Coordinatrice La Farfavola
P.S. Leggere sul profilo Facebook del Sindaco di Aosta che non ha neppure chiaro di quale servizio comunale si sia parlato finora, fa davvero pensare. Il Gatto Blu il Comune lo ha chiuso già nel 2016, quest’anno ha deciso di chiudere l’ApeLuna.