Ci abbiamo provato
Ebbene sì, abbiamo nuovamente provato a collaborare con L’ARER ma, evidentemente, la cosa è tutt’altro che possibile. Ci siamo scontrati con l’autoritarismo e i deliri di onnipotenza di una istituzione che vuole impedirci di prendere delle decisioni, persino quando il Regolamento ce lo consentirebbe. Passiamo alla ricostruzione dei fatti, accaduti mercoledì scorso, 20 novembre. Noi, inquilini delle case “Giacchetti”, siamo stati convocati dall’Arer, direttamente presso la loro sede, per eleggere i caposcala e per discutere in merito agli impegni da prendere con le imprese che ci forniscono i servizi (pulizia scale, sgombero neve), in modo da poter calmierare i prezzi, eccessivamente, a nostro avviso, cresciuti negli ultimi anni (come anche gli stessi affitti). Ci siamo recati con i migliori propositi, presentando i preventivi, sia per quanto concerne lo sgombero della neve, sia per la pulizia delle scale, così come ci era stato richiesto, in modo da poterli confrontare con i servizi, attualmente, in atto. La nostra idea era quella di poter fornire un servizio di pari valore per tutti gli inquilini con un impegno economico decisamente vantaggioso per gli inquilini stessi. Ma la sorpresa era dietro l’angolo: nel momento in cui abbiamo chiesto di poter confrontare questi preventivi con quelli in corso, abbiamo ricevuto un assoluto diniego, ricevendo come risposta che non fosse possibile prendere visione dei capitolati esistenti. Giunti a questo punto, ho ritirato la mia disponibilità di essere nominato caposcala, in quanto non sarei stato disposto a tollerare certe risposte che vedevo quale autentica presa in giro. Inoltre, ho sottolineato il fatto che l’art. 18 del Regolamento prevede, al punto a), che «nel caso in cui gli assegnatari vogliano provvedere direttamente alle parti comuni, debbano servirsi di imprese idonee e di gestire in autonomia il servizio». Evidenzio che a questo incontro erano presenti, in quota Arer, il Presidente e il Direttore Generale, oltre alla presenza di un tecnico.
Questo mio sfogo si basa, soprattutto, su di un livello di preparazione decisamente scarso dimostrato dagli operatori dell’agenzia: infatti, se si dovesse procedere a un sondaggio tra tutti gli inquilini che abbiano avuto a che fare con gli sportelli dell’Arer, emergerebbe una sconfortante altissima insoddisfazione, dove il livello di professionalità, il culto della disponibilità e il grado di gentilezza da parte degli operatori, non si avvicina, neanche minimamente, con quanto fosse stata in grado di fornire la precedente gestione in capo all’A.P.S..
Ci auguriamo che riportando questa segnalazione, qualche autorità possa intervenire per procedere a mettere in atto qualsiasi provvedimento a tutela degli inquilini delle case del Quartiere Cogne.
Visti i recenti episodi, che hanno portato agli onori della cronaca il nostro Quartiere, vogliamo dare voce al malcontento generale: manca la sicurezza, le strade sono buie e pericolose e delle telecamere, che avrebbero dovuto essere installate questo autunno, non ce n’è neanche l’ombra. Ci sentiamo abbandonati a noi stessi in balia di autorità che non prendono provvedimenti, perpetrando una gestione fallimentare.
Sono due anni e mezzo che l’Arer incassa gli affitti senza, però, procedere a interventi significativi quali riscaldamenti senza valvole, porte rotte, infissi difettosi e stato del manto stradale e delle superfici calpestabili ridotte talmente male che, nel corso del tempo, ha provocato danni fisici a persone che hanno dovuto fare i conti con un terreno dissestato.
Chiudo queste mie considerazioni con il vecchio adagio, mai come ora, attuale, «era meglio quando si stava peggio!».
Aosta, 24/11/19
Giovanni Nardone
(inquilino case Giacchetti)