Defraudati improvvisamente di un riferimento sanitario importante
Questa lettera non ha l’obiettivo di cambiare le cose.
Sappiamo di non avere, purtroppo, il potere di farlo, ora.
Questa lettera non è una denuncia, non mira a criticare provvedimenti che ad oggi vengono applicati in un sistema di regole sostenute da delle leggi, sul quale possiamo essere concordi o no, ma tali sono.
E non è questa la sede in cui vogliamo parlare di quelle leggi.
Questa lettera vuole essere una testimonianza, ambisce ad essere un gesto di vicinanza e di solidarietà, e ha l’obiettivo di mettere in luce alcune contraddizioni, senza avere l’ardire di poter dire dove sta il giusto e lo sbagliato. Però queste contraddizioni ci interrogano, e non potevamo tacere.
Siamo un corposo gruppo di “assistiti” della Dott.ssa Palmeri, ma siccome il termine assistiti non ci entusiasma, preferiamo definirci semplicemente un gruppo di persone residenti nella valle del Grand Combin ed in Aosta che hanno (avevano!) come medico e pediatra di famiglia la Dott.ssa Palmeri, che da circa dieci giorni è stata sospesa dall’esercizio della sua professione, per una scelta sanitaria personale che (inutile nascondersi dietro un dito) voi tutti che leggete potete immaginare.
Forse non potete immaginare come si sono sentiti molti di noi, defraudati improvvisamente (sì, perché la comunicazione è arrivata alla Dott.ssa senza neppure un giorno di preavviso) di un riferimento sanitario importante, privati della Dottoressa che ci conosce da anni, che ci ha sempre seguito con dedizione ed anche affetto. Sì, perché lei curava anche le relazioni coi suoi pazienti. Abbiamo alternato rabbia, sconcerto, tristezza, indignazione, senso di impotenza.
E allora ci siamo messi a scrivere, per spiegare questi sentimenti e perché noi vogliamo far sapere chi è la Dott.ssa Margherita Palmeri. Perché questo silenzio rischia di non rendere ragione ai suoi meriti.
Abbiamo provato rabbia e sconcerto, perché non perdevamo solo il nostro ‘medico di famiglia’. Perdevamo una bravissima Dott.ssa, una che risponde sempre alle telefonate e ai messaggi, una persona sempre disponibile anche alle ore più impensabili, una persona che, nelle situazioni estremamente critiche, ti viene a visitare a casa (quanti medici di famiglia ancora lo fanno?), una Dott.ssa che non dispensa solo ricette come alcuni ‘replicanti sanitari’ che ben conosciamo, perché lei segue i pazienti in modo individualizzato, perché per lei non sono solo assistiti, sono persone.
Una Dottoressa che da più di un anno evidenzia l’importanza della prevenzione, delle cure domiciliari precoci, ed è convinta che le persone non debbano essere circuite, come scriveva in uno stralcio di un suo post: “Mi piacerebbe che ognuno di noi avesse la possibilità di decidere della propria vita, del proprio lavoro e di come proteggere la propria salute. Mi spiace tantissimo che in quasi due anni di pandemia i media non abbiano speso neanche una parola circa l’importanza del sostegno al sistema immunitario, che è importantissimo sempre, specialmente in periodi come questo. Spero che la consapevolezza dell’efficacia delle cure precoci sia sempre più diffusa”.
Abbiamo provato tristezza e indignazione perché noi sappiamo quanto si è prodigata per i suoi pazienti in questi 18 mesi di pandemia. Forse pochi sanno che lei era una di quelle che, nella drammatica primavera del 2020, si recava a casa dei pazienti bardata e mascherata (quando i DPI non venivano dati ai medici di base, e chi visitava i pazienti lo faceva a spese proprie, comprandosi tute, guanti e protezioni, e a volte andando anche senza le sufficienti protezioni); lei si è recata a casa di pazienti gravemente malati di Covid, andava ogni giorno, e a molti anziani ha evitato l’ospedalizzazione. Lei è entrata nelle case quando tutti vivevamo nel terrore del contagio e lasciavamo la spesa sul pianerottolo dei vicini di casa ammalati, lei ha auscultato i pazienti, ha visitato i malati, è intervenuta ai primi sintomi perché si sa quanto questo sia importante nel Covid. Lei non è rimasta tranquilla nel calduccio di casa, applicando uno sterile protocollo senza neppure vedere e visitare i pazienti, come hanno fatto, purtroppo, molti medici di famiglia in Italia.
Con queste contraddizioni che non potevamo non evidenziare, e con un profondo senso di impotenza vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà a Margherita, alla nostra Dott.ssa Palmeri, che sappiamo avere le spalle grandi e forti e che siamo certi non arretrerà di un centimetro nel mantenere questa sua posizione, che non è solo sanitaria ma ha anche una legittima valenza sociale, è insomma una protesta civile, come lei stessa ha scritto.
Sappiamo quanto vali Margherita. Volevamo che lo sapessero anche altre persone che non ti conoscono.
Perché il silenzio sulle ingiustizie, non ci piace.
Anche questa è la nostra piccola protesta civile.
Un gruppo di assistiti dei Comuni Gignod, Roisan, Valpelline, Saint-Oyen, Saint-Rhémy-en-Bosses, Allein, Doues, e dei Comuni di Aosta, Saint-Christophe, Gressan, Quart, Pollein.
P.s.: giusto per sgomberare il campo da equivoci e da ‘noiose’ critiche che immaginiamo arriveranno in calce a questa lettera, specifichiamo che la Dott.ssa è favorevole alle vaccinazioni pediatriche obbligatorie, ha praticato su se stessa un ciclo vaccinale di desensibilizzazione al veleno di vespa a seguito di shock anafilattico, specifichiamo anche che ha sempre vaccinato i suoi pazienti anziani per l’influenza, quando lo richiedevano, e soprattutto specifichiamo che è una Dott.ssa seria che, quando servono, utilizza e prescrive i farmaci, non è una tuttologa che si improvvisa e che cura le persone appellandosi alle costellazioni astrali, facendo sentire il respiro dell’Universo e invitando i pazienti a fare il giro intorno al mondo finché non trovano il punto in cui la Terra è piatta e cadono giù… giusto per chiarire!
Lettera firmata