Emergenza clima, lettera aperta al Comune di Courmayeur: “ora dalle parole ai fatti”
Gli esperti dell’IPCC – il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico ce lo avevano detto in tutte le lingue: abbiamo solo 12 anni per salvare il clima del Pianeta, eppure la COP24 di Katowice si è conclusa senza nessun chiaro impegno di miglioramento delle azioni climatiche da intraprendere.
Dal summit, infatti, sono emersi solo progressi procedurali. Mentre è stato approvato un regolamento relativo agli Accordi di Parigi, non è stato raggiunto un chiaro impegno collettivo per migliorare gli obiettivi di azione sul clima – Nationally Determined Contributions (NDC) – nonostante le aspettative che si avevano su questo appuntamento.
Riteniamo di primaria importanza che ogni comune (e naturalmente sollecitiamo la vostra attenzione) faccia sentire la sua voce e evidenzi con forza il sentimento di coloro che abitano a Courmayeur e dei numerosi anzi numerosissimi turisti ospitati dalla città. È stata fatta una conferenza recente nell’area dedicata ai dibattiti avanti l’area dell’ex albergo Ange. Questi hanno bisogno di trovare un punto di riferimento e, primariamente, di individuare chi possa e, soprattutto, voglia difenderli. Il dibattito ha ribadito con forza quanto sopra: servono decisioni dei consessi internazionali e servono decisioni locali.
E, così, è necessario che il comune di Courmayeur prenda delle decisioni conseguenti alle conclusioni della conferenza dallo stesso organizzata e pertanto che, come il Comune di Milano (che non si deve lasciare come il solo che abbia agito), attesti l’emergenza climatica. Emergenza che a Courmayeur ora è evidenziata dal cambiamento del paesaggio. I ghiacciai, per esempio, si stanno riducendo drasticamente e velocemente. Bisogna allora assumere e fare assumere dagli organismi deputati decisioni volte a ridurre l’inquinamento che opprime il nostro pianeta e a cercare di preservarli.
Il cambiamento climatico è una realtà che dobbiamo noi per primi sovvertire e che sta già provocando impatti e fenomeni di frequenza e intensità anomale e, con essi, sofferenze, perdita di vita, sconvolgimento degli ecosistemi e della ricchezza di biodiversità che sostengono la nostra vita.
Il Comune non può non riconoscere l’urgenza di dover aumentare il proprio spettro di azione, e adottare una serie di regole per l’azione per il clima. Secondo noi, il Comune ha tre compiti: il primo, è quello di stabilire regole a cui tutti i suoi cittadini e i turisti debbano conformarsi e il secondo, è quello di mandare al presidente della comunità europea (per iniziare) una delibera presa all’unanimità dai consiglieri comunali di Courmayeur, per far sentire la forte preoccupazione dei degli abitanti e ospiti di Courmayeur per l’atteggiamento non conclusivo delle nazioni mondiali.
Il terzo, sarebbe quello di organizzare una marcia di protesta, per le stesse ragioni sopra dette, il prossimo anno ad agosto cui possano partecipare turisti, abitanti della città, amministratori e guide alpine.
Manteniamo la speranza che prendendo il Comune di Courmayeur la decisione che ha auspicato a ospiti, si scatenino veri e propri effetti virtuosi e che quindi altri comuni e la stessa ragione possono partecipare ad una marcia più estesa per il valore alto della rappresentatività istituzionale. La stessa marcia allora potrebbe farsi anche ad Aosta, a Cervinia e in altre località turistiche della valle.
In attesa di una risposta a questa nostra, porgiamo cordiali saluti facendo presente di essere disponibilissimi a collaborare.
Il presidente di Amici della Terra/Varese onlus
Arturo Bortoluzzi