Euro 2020, quei “No” incomprensibili al maxischermo in piazza Chanoux
“L’Italia sotto il cielo di Wembley ha conquistato il tetto d’Europa e da Aosta a Catania, da Bolzano a Lecce, questo è stato un momento per ritrovarsi, sentirsi popolo, sentire un comune senso di appartenenza dopo mesi e mesi di restrizioni, che in molteplici occasioni ci hanno messo gli uni contro gli altri. Al di là della gioia per questa vittoria, rimane comunque l’amaro in bocca per l’occasione persa di proiettare la partita nella piazza centrale della nostra città, e che avrebbe reso ulteriormente magico questo momento.
Noi, da appassionati, ci siamo proposti da subito come promotori di questa iniziativa che sarebbe avvenuta a spese nostre, e la reazione è stata un continuo scaricabarile tra i diversi uffici vedendoci poi il permesso negato il giorno della prima partita del campionato europeo. Ci fa specie, quindi, aver sentito parole di rammarico del sindaco quando semplicemente non c’è mai stata la volontà di trasformare la finale dell’europeo in un momento per la città, e ci viene il sospetto che aver aspettato la fine del torneo per occuparsi della questione sia stata una scelta tattica per deviare ogni responsabilità.
Se è vero, ed è vero, che “non a tutti interessa il calcio” come ci è stato risposto nel momento in cui ci veniva negata l’occupazione di suolo pubblico, ci chiediamo se tutte le iniziative promosse dal comune abbiano il seguito degli europei di calcio, ma vista l’idea, poi tramontata, di costruire un campo da baseball (sport ovviamente di tutto rispetto, ma che siamo abbastanza sicuri abbia un seguito limitato), la risposta possiamo immaginarla.”
Il motivo di questa lettera è chiaro, ma cosa ci ha spinto a scriverla? A circa 3 settimane dall’inizio degli Europei di calcio decido di imbattermi in un progetto, quello di trasmettere tutto il cammino dell’Italia direttamente da Piazza Chanoux. Il progetto è molto complicato visto il periodo delicato e le norme che vengono adottate dopo i fatti di Torino, così con l’aiuto di tutti i gruppi organizzati di Aosta, in primis il mio ovvero la “Sezione Aosta Curva Sud Milano” ed insieme ai “Supporters” dell’Hockey, e i responsabili dei vari gruppi tra cui Juve e Inter su tutti prepariamo un progetto per rendere possibile questa iniziativa, che avrebbe avuto tra tutto innanzitutto lo scopo di mandare un segnale! Ovvero far vedere che a differenza delle altre regioni dove tra tifoserie c’è astio e rivalità, qui ad Aosta tutti i gruppi sono uniti! E anche se rivali calcistici, ma fuori dal campo di calcio tutti un unico grande gruppo! E la seconda, quella forse più importante, dare la possibilità di tornare a lavorare ai bar del centro.
Si decide così di presentare due progetti al comune, il primo studiato appositamente nel rispetto delle norme covid, ovvero posizionare il maxi schermo in piazza Chanoux ed utilizzare i tavoli e le sedie dei bar come se fosse un unico grande dehors davanti allo schermo, ovviamente ogni bar avrebbe avuto il proprio spazio per posizionare i tavoli e far sì che potesse gestirli personalmente, con delle prenotazioni ed effettuando servizio al tavolo direttamente al centro della piazza così da evitare assembramenti e creando una situazione piacevole, il tutto completato con un servizio di vigilanza offerto dalla Secur Job.
La seconda idea, più classica, era semplicemente installare, sempre all’interno della piazza, il maxi schermo e facendo stare la gente in piedi, il tutto sempre sotto gli occhi del personale della Secur Job e da una delegazione di volontari che sarebbero serviti a far rispettare le norme anticovid, tra tutte l’utilizzo della mascherina.
La cosa che più ci ha creato rabbia è stato il fatto che tutto questo progetto sarebbe stato autofinanziato! I bar del centro e alcuni sponsor sarebbero stati disposti a finanziare questo progetto, che giusto per rendere l’idea avrebbe avuto un costo pari a circa 1200 euro per ogni partita disputata, cifra che avrebbe coperto il costo di noleggio, montaggio e smontaggio dello schermo, la Siae e la corrente fornita tramite generatore, in quanto il comune fin dall’inizio ha tenuto a sottolineare che non sarebbe rientrata in nessuna spesa.
Preso atto della spesa da affrontare e con la voglia di fare qualcosa di interessante e redditizio per questa città iniziamo con il lato burocratico. Vengono presentate le domande alla questura e viene contattato la Digos per il servizio di ordine pubblico, ed entrambi alla vista del progetto ben strutturato danno l’ok alla manifestazione. Purtroppo il nodo si stringe sul comune. Dopo ave passato una mattinata intera a girare tra gli uffici, mi ritrovo davanti alla porta del sindaco Nuti, richiedo un colloquio per poter spiegare l’iniziativa, ma mi viene negato, al che spiego l’iniziativa alle sue segretarie ed al capo del gabinetto che prendono la pratica in carico ed iniziano a darmi i vari permessi da compilare.
Il comune cerca in tutti i modi di trovare qualche cavillo per evitare di darci i consensi, ma noi già preparati con un progetto interessante non molliamo, e passiamo queste quasi 3 settimane ad avere un tira e molla con l’ufficio di gabinetto, ad ogni nostra richiesta di informazioni in merito alla richiesta presentata si comincia con uno scarica barile, fino ad arrivare a due giorni esatti dall’inizio dell’Europeo, ovvero il mercoledì.
Decido di contattare nuovamente il comune per capire come procedere, e loro mi inviano una serie di moduli da compilare, al che ho deciso di chiedere se presentando questi moduli la richiesta sarebbe stata accolta, e la risposta è stata che non ci sarebbe stato abbastanza tempo, in quanto prima di tutto avrei dovuto capire che non a tutti interessa il calcio, e secondariamente non c’era il tempo pratico per presentare la Safe e Security.
A quel punto decido di approfondire e la mia prima perplessità nasce dal momento che se mi presento 3 settimane prima a chiedere tutte le informazioni necessarie per poter organizzare un evento, come mai non mi viene segnalato il processo per presentare questa Safe e Security? IN secondo luogo, come mai per installare uno schermo è necessaria questa prassi ed invece per organizzare un evento politico con palco annesso come quello organizzato il 24 Aprile non è necessaria?
La cosa che più mi è dispiaciuta di tutto questo fatto è che a pochi giorni dalla finale finalmente ho avuto modo, anche se solo per messaggio di avere un confronto col Sindaco Nuti, che di tutta questa storia non conosceva quasi nessun dettaglio. Le sue osservazioni sul rifiuto erano basate su due fattori: il primo l’impossibilità a tenere lo schermo per un mese in piazza (ma come segnalato prima la richiesta era stata presentata dicendo che lo schermo sarebbe stato montato e smontato ad ogni partita), la seconda sul fattore Covid in quanto in zona gialla sarebbe stato complicato dare questi permessi, peccato che innanzitutto l’evento del 24 Aprile è stato autorizzato in zona rossa, e in secondo punto gli Europei sono avvenuti quasi tutti in zona bianca, tranne la prima partita inaugurale che sarebbe avvenuta in zona gialla, ma come da decreto “è possibile organizzare eventi all’aperto fino a mille persone”.
Ora mi chiedo, sarebbe stato più sicuro far sedere la gente in piazza con il suo drink e guardare la partita o far sì che la gente si riunisse ogni fine partita all’Arco D’Augusto? Dove tra l’altro non si è stati nemmeno in grado di prendere la decisione di chiudere la strada, visto l’affollamento creatosi dopo la vittoria, col rischio continuo che le macchine potessero investire la gente a piedi?
So che è passato un po’ di tempo dall’accaduto, ma l’aspettare la fine degli Europei ci è sembrata la scelta migliore, in maniera da non condizionare l’amministrazione comunale sulla scelta di installare o meno lo schermo per la finale.
Domenico Cataldo