Gli anziani non vanno imprigionati nelle loro abitazioni

22 Aprile 2020

Dopo aver letto con interesse le riflessioni di alcuni magistrati sull’attuale pandemia, mi permetto di aggiungere le mie riferite però esclusivamente al mondo degli anziani. Mi presento: ho 70 anni, mi chiamo Egle Braido, sono nata ad Aosta e risiedo a Verrès dalla nascita. Mi sono laureata alla Bocconi, ho insegnato la lingua francese, ho seguito alunni diversamente abili, sono stata consigliere e poi assessore nel mio Comune di residenza. Attualmente in pensione e molto attiva, dedico parte del mio tempo alla cultura e al volontariato.
Come tutti sto subendo la clausura forzata che dovrebbe fare bene al mondo ma che, prolungata nel tempo, potrebbe nuocere alla psiche e al fisico. Ultimamente noto un grande amore verso gli anziani da parte di coloro che in passato potrebbero aver trascurato il loro benessere (scandalo RSA ) mentre oggi vogliono proteggerli imprigionandoli nelle loro abitazioni. Pare sia l’unica forma di difesa ma chi mi assicura che essi non vengano contagiati in ambito familiare, all’interno del condominio, a 200 metri da casa o mentre fanno la spesa? Chi mi assicura che uscendo di casa rattristati e indeboliti da una lunga prigionia sappiano difendersi dal virus che probabilmente esisterà ancora?
Molti di loro potrebbero aggiungersi alla schiera di coloro che per motivi di salute a casa ci sono già. Non prendiamoci in giro! Oggi le uniche difese sono l’igiene, il distanziamento sociale, i guanti e le mascherine di cui tutti abbiamo diritto indipendentemente dall’età poiché tutti siamo uguali o dovremmo essere uguali. Mi scuso per questo sfogo ma, in questo periodo, il poter esprimere la propria opinione è una forma di libertà.
Grazie e cordiali saluti.

Exit mobile version