Grazie ragazzi. La libertà dei giovani non è per tutti uguale
Grazie a te per la tua partecipazione alle manifestazioni che rivendicano la libertà di fare quello che si vuole, specialmente senza mascherina; che non ti fai intimidire dalle varie regole dei DPCM che disprezzi. Sei un esempio per chi rivendica la libertà di noi giovani a fare quello che si vuole, discoteche, feste e vivere senza mascherina, ma la tua voglia di libertà non coincide con la mia.
Sono passati nove mesi da quando parole come COVID-19, VIRUS, LOCKDOWN e PANDEMIA sono entrate nelle nostre case senza mai lasciarle. La speranza di chiunque era che tutto questo finisse, ma non è successo, perché?
Da adolescente potrei incolpare chiunque, chi ci governa, gli individui che non hanno mai rispettato le distanze e le regole che ci sono state imposte, e chi credeva che tutto questo fosse solo uno scherzo, ma da adolescente incolpo noi ragazzi.
Si, perché quando il diciotto maggio abbiamo avuto la possibilità di uscire, non ci abbiamo pensato due volte e siamo corsi fuori per incontrare amici e parenti, con poca consapevolezza e tanta felicità.
Abbiamo trascorso l’estate tra feste e pomeriggi in piscina cercando di recuperare ogni momento che non eravamo riusciti a vivere in quei tre mesi di isolamento, avevamo la sensazione che nulla potesse rovinare quei momenti così attesi e invece eccoci di nuovo qui a lottare di fronte all’ impenetrabile schermo di un computer e alla didattica a distanza, a non vedere più i sorrisi dei compagni e dei professori e a sperare che tutto questo finisca presto.
Non do la colpa alla scuola, perché dentro gli istituti le distanze e le regole vengono più che rispettate da alunni e docenti ma ribadisco che la colpa è nostra, che nelle prime settimane di rientro in classe uscivamo da scuola con la mascherina calata e andavamo a salutare e abbracciare compagni e amici ignari di quello che sarebbe potuto accadere.
Ed eccoci qui, sei settimane dopo, con classi ridotte ad un quarto della loro capienza, studenti in presenza e altri lasciati davanti ad uno schermo che apprendono la metà e che accumulano lacune, che da qui, al rientro, sarà difficile liberarsi.
Quindi ti ringrazio per ogni momento in cui hai rivendicato la tua libertà di non indossare la mascherina, dei grandi momenti passati al bar o in discoteca tra amici ma la prossima volta ricordati anche di quelli che per garantirti la libertà si sono ammalati o che al momento stanno rinunciando alla loro.
Cecilia Simoncini