“Il virus ha stravolto la quotidianità di tutti, non si può pensare ad una scuola “normale””
Sono forse l’unica mamma incosciente che non si è documentata sui “potenziali effetti negativi conseguenti al prolungato utilizzo delle mascherine nei bambini tra i 6 e gli 11 anni”?
Ebbene, ho subito rimediato. Mi sono informata sul web (come anche i genitori di Fénis promotori dell’iniziativa sicuramente), interpellando siti ufficiali come: www.salute.gov.it, www.sip.it (società Italiana di pediatria), www.fondazioneveronesi.it e altri ancora.
La letteratura scientifica da me consultata non evidenzia controindicazioni sull’utilizzo continuativo della mascherina nei bambini, ma anzi mette in guardia dalle numerose fake news che dilagano nel web, dalle fonti più che discutibili e comunque non scientificamente provate, come il rischio di ipossia (con conseguente rischio di morte!!!), di alcalosi, di alterazione della flora intestinale, di indebolimento del sistema immunitario. Tutte cose non vere, chi vuole approfondire vada sui siti giusti (e non su Fb).
I pochi sostenitori pubblici della reale esistenza di questi rischi sono tra gli altri Salvini (che notoriamente non appartiene alla categoria dei medici) e il dott. Bassetti, l’infettivologo che quest’estate ha minimizzato l’epidemia promuovendo il libera tutti, affermando che non ci sarebbe stata una seconda ondata, e che ancora ad inizio ottobre ha consigliato di smettere di terrorizzare la gente. Vedete voi.
Io personalmente non ho notato cambiamenti nel rendimento scolastico, disturbi dell’attenzione o comportamentali nei miei figli in queste settimane di obbligo della mascherina, né ho sentito altri genitori lamentarsene. Ma forse siamo un’eccezione?
Altro aspetto riguarda le raccomandazioni dell’OMS.
Credo che in VDA siano state rispettate, permettendo dapprima di non indossare la mascherina fino a novembre, poi, con l’incremento esponenziale dei casi, si è deciso di rinforzare le misure.
In merito ad una gestione più corretta delle mascherine c’è margine di miglioramento, potremmo istruire meglio i nostri figli, noi genitori in primis.
Non vedo su quale altro aspetto organizzativo e logistico potremmo agire:
– l’attività didattica all’aperto mi sembra improponibile nella nostra regione, siamo in inverno;
– il distanziamento è già stato messo in pratica in tutte le scuole;
– “qualsiasi modo suggerito dalla vostra esperienza e professionalità”…..ma quale scuola, quale insegnante può avere esperienza di simili situazioni??
Io faccio l’infermiera, la pausa mascherina non ce l’ho se non per bere e mangiare, e non per questo mi sento peggio.
Questo virus ha stravolto la quotidianità di tutti, non si può pensare ad una scuola “normale”.
Quello di cui i nostri figli hanno più bisogno, soprattutto alle elementari, è di continuare a frequentare la scuola, di mantenere i contatti con i compagni e gli insegnanti, e se per fare questo dovranno tenere le mascherine, ben vengano.
Temo che questo sarà solo l’inizio di una serie di proteste, vedo già arrivare la diffidenza verso il vaccino … ma come al solito saranno i genitori sciagurati ed incoscienti che esporranno i loro figli a questo rischio. Gli altri, nel dubbio, preferiranno il Covid, tutto fa anticorpi
Chiara Haudemand