Importante annuncio dei ricercatori dell’Università della Provincia Autonoma di Ivrea

16 Aprile 2020

La sede distaccata di Aosta dell’Università della Provincia Autonoma di Ivrea annuncia importanti novità. I ricercatori impegnati nel progetto multidisciplinare (sociologico e politologico) “Storia della cancellazione della Regione Autonoma Valle d’Aosta” hanno ritrovato dei documenti che ritengono di fondamentale importanza per capire i fatti avvenuti nel 2020 e potenzialmente in grado di dare nuovi spunti interpretativi alla fine dell’Autonomia Valdostana.

Pare, infatti, che i documenti ritrovati portino chiarezza su alcuni passaggi finora incerti, in primo luogo dal punto di vista cronologico. Come noto, nel dicembre 2019, scoppiò in Cina l’epidemia da coronavirus che nei mesi successivi attraversò il pianeta, mietendo migliaia di vittime. Il 30 gennaio 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò la situazione di emergenza internazionale di salute pubblica e il giorno successivo, il 31 gennaio, il Governo italiano dichiarò anche in Italia lo stato di emergenza fino al 31 luglio.

Questo è il periodo storico che i ricercatori stanno studiando per svelare alcuni punti misteriosi della storia della ex Regione Autonoma Valle d’Aosta. Sembra certo infatti che, pur essendo già stato dichiarato lo stato di emergenza internazionale e italiana, il 18 febbraio 2020 l’Assemblea regionale della Valle d’Aosta accertò l’impossibilità di trovare una maggioranza politica e, ai sensi delle leggi regionali allora vigenti, il Presidente della Regione ne decretò lo scioglimento e fissò le nuove elezioni per il successivo mese di aprile.

Da qui in avanti il mistero si infittisce. Da una prima lettura del materiale ritrovato pare, infatti, che probabilmente il Consiglio regionale realizzò solo a quel punto di essersi in qualche modo “suicidato” e cercò di fare finta di niente, approvando alcune leggi regionali sostanzialmente di contributi a pioggia, senza farsi troppe domande sulla legittimità del suo operato. I ricercatori sperano anche di riuscire a capire come mai la Giunta regionale non fece ricorso all’allora vigente legge regionale 5/2001 in materia di protezione civile, che le avrebbe consentito di agire legittimamente e con pieni poteri per l’uscita dall’emergenza.

Un altro filone di studio riguarda poi il piano normativo – ordinamentale e in particolare due aspetti.
Primo, una disposizione normativa per spostare i termini delle elezioni regionali contenuta in una legge ordinaria benché la materia rientrasse nella disciplina particolare dell’articolo 15 dell’antico Statuto di Autonomia della Valle d’Aosta. I ricercatori sperano di capire come mai, né i Consiglieri regionali, né i vertici dirigenziali dell’Amministrazione regionale, abbiano espresso dubbi su questa previsione chiaramente incostituzionale.
Secondo filone, le mai finora indagate richieste di chiedere allo Stato italiano di intervenire sull’ordinamento valdostano per “resuscitare” il Consiglio regionale e per reintegrare la Giunta regionale, richieste alquanto bizzarre che pare siano state sollecitate più volte sia dallo stesso Consiglio regionale sia da soggetti esterni dei quali però non è rimasta memoria.

Il gruppo di ricerca dell’Università di Ivrea spera di riuscire nei prossimi mesi a presentare in maniera organica la documentazione completa, anche utilizzando alcuni faldoni non ancora aperti che sembrano riguardare gli atti di impugnazione da parte del Governo statale delle leggi regionali approvate dalla disciolta Assemblea della Valle d’Aosta e le indagini della Corte dei Conti sui provvedimenti normativi stessi. Ma forse questa è fantascienza……

Lettera firmata

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