L’ex sindaco Giordano: “Per tre anni Rollandin è stato il bersaglio preferito”
Egregio Direttore,
non Le scrivo queste poche righe per svolgere una difesa d’ufficio, peraltro non richiesta, sull’operato del Presidente Rollandin. Non ne ha assolutamente bisogno e, oltretutto, è già bravissimo di suo.
Le scrivo perché le ultime vicende riguardanti i Consigli regionale e comunale si incaricano di dimostrare, ancora una volta, che la maggior parte dei nostri Amministratori pubblici continua a far politica con la pancia, che, non a caso, è considerata la sede del nostro secondo cervello.
Resto più che mai convinto che ogni decisione che il Presidente della Regione ha assunto, nell’ambito delle sue responsabilità politico-amministrative, rispondano unicamente alla ragion di Stato (leggasi VdA) e non abbiano nulla a che vedere con vendette personali, rancori, asti, dispetti gratuiti che appartengono, per contro, ai sentimenti umani o, se preferisce, alle ragioni del cuore.
Forse ci si dimentica che Rollandin per oltre tre anni è stato il bersaglio preferito, per non dire l’unico, della politica valdostana. Hanno dapprima provato a cucinarlo a fuoco lento; poi hanno provato con le congiure di Palazzo; in seguito hanno alzato il tiro con numerose votazioni segrete in Consiglio che ne chiedevano le dimissioni.
Non ce l’hanno fatta! E quindi, per dirla con il vecchio P.M. Di Pietro, la caccia al “cinghialone” non ha avuto l’esito sperato.
Tuttavia la ragion di Stato imponeva di uscire da una situazione di estrema precarietà che paralizzava, in tempi difficilissimi, l’azione amministrativa, dovuta all’esito delle elezioni regionali del 2013. Il Presidente ha compreso che solo allargando le maglie e andando verso nuovi e diversi equilibri politici si poteva sperare di iniettare più ossigeno che consentisse di riprendere il pur sempre accidentato cammino.
La prima occasione che sbloccò la situazione furono le elezioni amministrative del 2015. Per ragion di Stato mi venne chiesto di fare un passo indietro e la Valle d’Aosta ottenne i suoi vantaggi, sia in termini economici che politici, nei non sempre agevoli rapporti tra lo Stato e la Regione.
Il resto è cronaca: PD e UVP entrarono in maggioranza, ebbero i loro posti e fu aggiornato il progetto di governo.
Si dice che in politica non vi è mai nulla di personale e sono convinto che sia davvero così.
Certo, ognuno di noi è fatto come è fatto, ha il suo tratto distintivo peculiare e d’altronde il compianto Presidente della Repubblica Sandro Pertini era uso sostenere che “non esistono persone di brutto carattere, esistono solo persone di carattere”. Certo, tutti possiamo migliorare nella gestione dei rapporti umani, ma quanti, in tutti questi anni, si sono nascosti dietro le possenti (s)palle del Presidente Rollandin?
Quanti hanno "avuto" (io per primo)? Quanti continuano ad "avere"? Quanti "avranno"?
E per Notre Vallée, in questo particolarissimo e delicato momento (sul referendum mi sono già espresso pubblicamente per il NO e giuro di non aver avuto alcuna tirata d’orecchie da parte del Presidente) non converrebbe il massimo di unità possibile?
Forse domande al vento destinate a rimanere senza risposta. D’altronde, egregio Direttore, per concludere forse aveva ragione il filosofo Blaise Pascal, che sosteneva che “le cœur a ses raisons que la raison ne connaît point!”.
La saluto cordialmente e Le auguro buon lavoro.
Bruno Giordano