“Mai e poi mai un primario dovrebbe essere scelto per le sue affinità politiche”

31 Marzo 2010

Un giornale locale racconta che nel corso della riunione del gruppo consiliare dell’Union Valdôtaine, tenutasi la scorsa settimana, l’assessore alla sanità avrebbe fornito una serie di “dettagli” (parrebbe riservati) relativi al concorso non ancora conclusosi per il primariato della Chirurgia Vascolare. Secondo il quotidiano ciò sarebbe avvenuto prima che il Direttore Generale dell’USL decidesse e quindi deliberasse il nominativo del futuro primario. Da quello che si legge il Direttore dell’USL si sarebbe stupito di questa fuga di notizie, tanto da dichiarare: "ho sempre con me il fascicolo (relativo al concorso n.d.r.). Non l'ho mai lasciato neppure in ufficio". Inoltre avrebbe confermato di aver ricevuto "pressioni da più parti" (senza chiarire, peraltro, il significato di tale affermazione).
L’ingerenza della politica nella scelta dei dirigenti apicali è tale per cui nessuno più si stupisce se intere squadre di capi e capetti trasmigrano dopo ogni elezione. Se la cosa avviene in un ministero o in un ente locale, qualche residua scusante sulla necessità che vi sia un’intesa politico-programmatica tra il ministro o l’assessore di turno e il direttore generale o il coordinatore può ancora essere invocata, ma in sanità dovrebbero prevalere altri requisiti, soprattutto la competenza medico-scientifica e la capacità di leadership. Mai e poi mai un primario dovrebbe essere scelto per le sue affinità politiche o, per converso, scartato per le sue "non affinità", visto che in gioco è il fondamentale e più importante diritto universale, quello alla salute. Consola che il Direttore dell’USL abbia dichiarato che sotto la sua direzione "non è mai accaduto che fosse nominato primario il medico che non aveva il maggior numero di titoli", ma ciò non basta ad escludere indebite e inopportune ingerenze da parte della politica. L’emergere di episodi di condizionamento o di "interessamento" politico nella sanità è inquietante e richiede un ripensamento dei meccanismi di selezione dei primari. La scelta dei dirigenti apicali dovrebbe essere fatta con un trasparente, selettivo e severo concorso per titoli ed esami che metta in rilievo le reali capacità e attitudini del candidato, così come avviene per la generalità dei dipendenti pubblici. La salute della gente è talmente importante che non la si può rimettere alle decisioni discrezionali (seppur conformi a principi di imparzialità e buon andamento) di una persona sola o peggio ancora di qualche politico sprovveduto.
 

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