“Nel reparto di maternità i menù proposti sono inadatti”
Abbiamo avuto la grande gioia, alcuni giorni fa, di diventare genitori. Mamma e bimbo stanno bene e, nei tre giorni canonici di ricovero, abbiamo potuto apprezzare tutte le qualità della maternità aostana. Soprattutto la grande umanità e disponibilità di tutto il personale. Ci siamo sentiti coccolati ed amati: accompagnati in questo percorso, per noi nuovo, e rassicurati ogni volta che abbiamo avuto ansie o preoccupazioni. A tutto il personale va quindi il nostro grazie più sincero.
Tuttavia, siamo costretti a rilevare una nota negativa: il cibo del reparto è disgustoso, imbustato in improbabili contenitori usa e getta (alla faccia della lotta al cambiamento climatico). La qualità dei prodotti è decisamente bassa, spesso precotti, mal cucinati e in alcuni casi immangiabili. Inoltre, da un punto di vista nutrizionale, i menù proposti sono assolutamente inadatti per donne che hanno affrontato un parto e hanno bisogno di recuperare energie e forze. Platessa decongelata e patate semi bollite possono andar bene a chi ha subito un’operazione al fegato, non a chi ha una nuova vita da nutrire.
In soccorso alle madri, fortunatamente, arrivano parenti e amici, in stile Re Magi a portare doni ai nuovi nati. Non oro, incenso e mirra, ma abbondanti provviste alimentari.
La noncuranza che abbiamo riscontrato riguardo all’alimentazione, potrebbe compromettere la salute delle pazienti: ad esempio è stata data carne di maiale mal cotta a donne non immuni alla toxoplasmosi, oppure cibi privi di ferro a pazienti che hanno subito importanti emorragie durante il parto.
Riteniamo sia doveroso revisionare l’appalto delle forniture alimentari: la maternità non è una malattia e richiede un’alimentazione sana, nutriente e più attenta alle necessità specifiche del reparto.
Lettera firmata