Non chiudete le scuole!
In merito alla notizia sull’intenzione di chiudere la scuola primaria e dell’infanzia vorrei esprimere il mio sconcerto e una profonda preoccupazione.
Sono mamma di due bambini che frequentano il primo e il quarto anno della scuola primaria e posso testimoniare quanto la scuola, gli insegnanti, tutti gli operatori scolastici e i bambini si siano sforzati di essere ligi alle regole giustamente imposte per preservare la salute pubblica nonché la sicurezza dell’ambiente scolastico e di tutte le persone coinvolte.
I bambini hanno accettato senza lamentarsi di indossare la mascherina durante tutta la giornata, di rinunciare spesso agli intervalli e alle attività di gruppo che fino a poco tempo fa alleggerivano la giornata scolastica perché loro stessi comprendono e si adattano alle necessità e alle regole imposte.
Ora dopo tutto ciò, dopo che si è avuta evidenza che i contagi all’interno della scuola primaria sono stati minimi, dopo aver visto la gran parte dei genitori e dei bambini indossare la mascherina e attenersi alle precauzioni richieste anche all’esterno della scuola, non riesco a tacere davanti all’ipotesi che viene messa sul tavolo, ossia la chiusura totale delle scuole di ogni ordine e grado. Mi stupisce e mi addolora ma soprattutto non comprendo la necessità di intervenire sulla scuola primaria.
In caso di personale o di un bambino contagiato, giustamente le classi vengono chiuse per il tempo necessario della quarantena; nella classe di mio figlio, per esempio, i bambini sono stati a casa 10 giorni dall’ultimo contatto con una maestra positiva e poi dopo il tampone rapido (o trascorsi i 14 giorni per chi non ha voluto sottoporre i figli al suddetto tampone), la classe ha regolarmente riaperto… Perché non si può continuare così? E’ meglio chiudere a “spot” qualche classe quando necessario o lasciare a casa tutti i bambini della Valle d’Aosta? E non ci si dica che tanto è solo per una settimana, perché lo sappiamo bene che alla fine non sarebbe per una sola settimana…
Mi chiedo perché non si consideri quanto possa essere dannosa questa decisione per i nostri bambini. La
scuola rende possibile la socializzazione necessaria al sano sviluppo psicologico dei bambini, permette loro di apprendere le regole, alle quali peraltro loro si adeguano molto più facilmente di noi adulti, e non ultimo di continuare ad alfabetizzare un’intera generazione sviluppando intelletto e capacità di attenzione che costituiscono le basi della crescita.
Senza entrare nel merito delle difficoltà per le famiglie nel gestire dei bambini a casa e contemporaneamente continuare a lavorare (magari dovendo far accudire i figli dai nonni anziani da tutelare), che sono note a tutti, vorrei proprio porre l’attenzione sul grave danno che segnerà la crescita e la psiche dei bambini che hanno già subito un lockdown da marzo fino alla fine dell’anno scolastico scorso.
Insegnanti di scuola e promotori delle attività sportive hanno ritrovato molti bambini regrediti notevolmente non solo per quanto riguarda la loro preparazione ma anche per la capacità di concentrazione e apprendimento. Perché si vuole esporre i bambini una seconda volta a questo pericolo? Secondo i media l’indice Rt sta già scendendo, quindi che bisogno c’è? Se stiamo tutti a casa è chiaro che scenderà ancora qualche altro indice ma non perché ci saranno meno contagi, solo perché non ci saranno chiusure e quarantene preventive di intere classi.
Su quale altare stiamo per vedere sacrificati i nostri figli? Su quello delle piste da sci e della stagione sciistica da aprire il più presto possibile? Spero di sbagliarmi, anche se trovare altre spiegazioni plausibili è difficile sinceramente.
Chiariamoci, non sono affatto una negazionista, mi rendo conto che i servizi sanitari sono al collasso, credo però che ciò non dipenda dalla apertura o chiusura della scuola primaria e dell’infanzia ma da altri fattori, sui quali la scienza si è già ampiamente espressa.
Quindi rinnovo il mio appello accorato: per favore non chiudete le scuole, i bambini sono il nostro futuro, non facciamo loro del male inutilmente. L’impatto sull’istruzione e sulla socializzazione dei nostri figli creerà un danno economico e sociale duraturo nel futuro, probabilmente ben maggiore di quello attuale.
Livia Mobili