Prima li avete invitati e ora li discriminate

09 Aprile 2020

Cari valdostani,

in questi tempi bui in cui il COVID19 detta legge, quando dovremmo essere tutti solidali, perché tutti nella stessa drammatica situazione, sembra che la più grande preoccupazione, subito dopo l’elevato numero ancora crescente di ammalati e decessi, sia la prevista invasione pasquale della Valle da parte dei milanesi.
Ok, io sono una milanese (per la precisione, della provincia) trapiantata in Valle d’Aosta dall’ormai lontano 1986 ed ex turista della Valle. Quando l’epidemia è scoppiata a Codogno, io ero in Lombardia in visita ai miei cari e ho vissuto così da vicino l’incredulità e lo sconforto dei milanesi da rendermi conto sin da subito della gravità del momento. Tornata a casa ho cercato di trasmettere la mia preoccupazione ma qui, le preoccupazioni erano ben altre: il carnevale era in pieno svolgimento e non si aveva né la voglia né lo spirito per affrontare il problema, del resto, così lontano. Neanche importava che altri carnevali importanti e significativi avessero dato uno stop dalla domenica!
La Valle d’Aosta è intoccabile e questo è stato confermato qualche giorno, per la precisione il 28 febbraio, dall’infelice appello fatto su “Aostasera”: “la destinazione Valle d’Aosta è una destinazione sicura e ideale per trascorrere una vacanza di divertimento e di relax”. E ancora…“La situazione è sfuggita di mano a livello nazionale, creando preoccupazione nell’opinione pubblica, anche internazionale – sottolinea in una conferenza stampa il Presidente della Regione, Renzo Testolin –  Le nostre strutture e infrastrutture sono aperte e funzionanti: bar ristoranti, impianti di risalita, i musei, le mostre e i castelli sono aperti e visitabili. Non ci sono limitazioni sul nostro territorio”.
Perché tanta sicurezza? Che cosa avrà mai di diverso la VDA dal resto d’Italia, di Europa, del mondo?
E così il COVID19 è arrivato in Valle e la Valle era piena di milanesi infetti portatori di morte: gli untori del 2020!
E se il weekend prima li avete pregati di venire in Valle (oltretutto nel frattempo fioccavano disdette da parte dei turisti stranieri) adesso la preoccupazione è di rimandarli a casa. “Certo, perché se poi si ammalano qui in Valle noi non vogliamo condividere i nostri medici e i nostri posti letto in ospedale con i milanesi”. Questa è stata una frase ricorrente in quei giorni (comunque ancora attuale) qua in Valle ma con rammarico, ascoltando una trasmissione radiofonica nazionale, ho scoperto che tale espressione era già nota anche nel resto del Paese.
Ma cari valdostani, non avete mai avuto bisogno di un consulto medico o di un ricovero in qualche struttura milanese? Vi hanno mai sbattuto la porta in faccia perché valdostani? Io non credo. Ma in fondo, che problemi avete nei confronti dei milanesi?
Ora aspettate l’invasione pasquale che considerate ormai certa. Non so, magari qualcuno avrà la sconsideratezza di mettersi in viaggio ed è la stessa sconsideratezza che ai valdostani fa venir voglia di prendere scarponcini e racchette e andar a farsi una camminata o magari con gli sci fare un po’ d’alpinismo. Bene, se questa è una preoccupazione reale datevi da fare per evitare l’invasione di massa. Ce la potete fare!
Io, valdostana d’adozione innamorata di questa valle, in questi giorni vorrei essere altrove per non dover più leggere articoli discriminanti e sentire sulla bocca di troppi nominare i milanesi come causa del COVID19 nella regione. A questo punto vorrei fare un appello a questi milanesi:”Quando tutto finirà, perché prima o poi sicuramente, non si sa come o quando, ma finirà…pensate bene a dove vorrete passare le vacanze e spendere i vostri soldi, perché questo è quello che pensa l’opinione pubblica valdostana di voi.”
Ci sarà sicuramente qualcuno che non si riconoscerà in questo profilo e qualcun altro che lo negherà ma non importa: è questa l’aria che io respiro in Valle e che non è certo aria pura di montagna.

p.s. I milanesi quando tutto finirà torneranno lo stesso perché nonostante tutto amano queste montagne, i suoi laghetti, ì verdi pianori, e … la cordialità delle persone.

Lettera firmata

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