Quest’uomo mi ha rubato la bicicletta

29 Novembre 2018

Buonasera,
sono il felice possessore di una bella quanto mediamente costosa bicicletta, che utilizzo moltissimo, anche per andare al lavoro. O meglio lo ero fino a quando, nel pomeriggio del 28 novembre scorso, intorno alle ore 14 e 30, un ladro ha deciso di appropriarsene, portando a breve con sé la bicicletta con tanto di seggiolino di una famiglia inquilina dello stabile in cui si trovano anche gli uffici in cui lavoro. Fortuna nella sfortuna, il parcheggio da cui la bici è stata presa, con tanto di trancio di due lucchetti uno dei quali (il mio) piuttosto complicato da tagliare, è coperta dalla videosorveglianza, con tanto di avviso scritto. Il ladro, con tratti che lo rendono piuttosto identificabile (ma di cui non parlerò, onde evitare inutili sproloqui razziali), ha agito con estrema tranquillità, a volto scoperto, non curandosi delle telecamere. Nel giro di un va e vieni di circa mezz’ora, ha fatto con tutta calma, portandosi via un paio di migliaia di euro di bici.

Ovviamente ho sporto denuncia alle Forze dell’Ordine, che ovviamente mi hanno detto quanta poca possibilità ho non solo di riavere il mezzo, quanto di vedere punito l’infame. Nonostante i video. Nonostante mille immagini in cui si vede chiaramente la faccia del delinquente. Purtroppo per tutta una serie di motivi, tra cui le mille mila leggi che limitano l’operato anche alle Forze dell’Ordine, che pur ci provano a mettercela tutta, tutto rimarrà esattamente come prima. Tranne per il fatto che io e degli inquilini non abbiamo più le nostre bici.

Sarebbe bello poter pubblicare la foto di quella faccia in tutti i canali di informazione pubblica, almeno regionali. Sarebbe bello perché così si potrebbe dire alle persone “fate attenzione, questa faccia è quella di un disgraziato che entra nei vostri cortili, nelle vostre macchine, nelle vostre borse”. Questo sarebbe un servizio pubblico. Certo, i veri problemi sono altri. E altrettanto certo, ci sono crimini e criminali peggiori. Qualcuno ha avuto anche l’idea di dirmi, nonostante non sia partito armato di machete alla ricerca del colpevole, ma abbia anzi mantenuto una calma piuttosto british, di non fare il bambino che piange perché gli hanno portato via il giocattolo. Non ho nel modo più assoluto intenzione di criticare le Forze dell’Ordine, che anzi sono state gentilissime ad accogliere la mia denuncia. Non l’ho fatto perché so in che condizioni sono destinate a lavorare in uno Stato che è morto da moltissimo tempo, anche se non se ne è ancora reso conto.

In queste condizioni, si fa quel che si può.

Semplicemente, sono seriamente preoccupato per i miei figli, che rischiano di crescere in una realtà piccola come la nostra, dove però nel giro di qualche giorno sono sparite due bici, un telefono cellulare in un camerino di prova di un grande magazzino, ed un portafogli dalla borsa di una signora anziana che si è voltata ad osservare dei bambini che giocavano in un parco. Piccoli crimini, certo, ma a quanto ne so uno più uno più uno e via dicendo finisce per fare una discreta somma.

Ho paura per loro, per i miei piccoli, perché onestamente stiamo diventando uno di quei paesi che si vedono in televisione, che fanno venire i brividi, mentre ci si riscalda al pensiero che “tanto sono lontani”.

Ho paura perché siamo governati da burattini e teatranti che parlano e si vantano di sparate da bar, di soluzioni grossolane e approssimative, di fantapolitica, mentre la gente, quella vera, vive in un clima sociale ed economico sempre meno sicuro. Era solo una bici, ma era la mia.

Grazie

Wanner Zambon

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