Riduzione indennità: cari consiglieri, cosa state aspettando?
Sono in cerca di chiarimenti in quanto confusa dalle notizie con i proclami che vengono pubblicati, per quanto mi riguarda sui giornali, in quanto non seguo i social che a quanto pare sono molto “frequentati”, al contrario, forse delle sedi di lavoro, seppur con il distanziamento o lo smartworking.
Tempo fa, il 31 marzo, è stata pubblicata la notizia “Coronavirus, 200mila euro al Banco alimentare dall’Ufficio di presidenza del Consiglio Valle” che riportava “L’evoluzione della situazione di emergenza sanitaria per la pandemia da Covid-19 – evidenziano il Presidente Emily Rini, i Vicepresidenti Joël Farcoz e Luca Distort e i Consiglieri segretari Jean-Claude Daudry e Luigi Vesan – sta portando a una crisi non solo sanitaria, ma anche sociale ed economica, per cui si stanno riscontrando casi sempre più numerosi di persone in difficoltà nel reperire beni essenziali, come i generi alimentari. Da qui la nostra idea di destinare dei fondi a un’associazione che è già attiva sul territorio regionale per sostenere i soggetti più bisognosi. L’Ufficio di Presidenza è da sempre attento alle problematiche di tipo sociale e oggi la solidarietà e l’aiuto economico sono, più che mai, strumenti utili a fronteggiare l’attuale situazione.”
Questi erano soldi del Consiglio Valle e quindi dei cittadini o di chi altro?
“L’Ufficio di Presidenza ha inoltre deciso di presentare un emendamento al provvedimento legislativo all’esame della seconda Commissione che prevede che i Consiglieri regionali possano ridurre il proprio trattamento indennitario o rinunciarvi fino al cento per cento e che tali risparmi siano destinati dall’Ufficio di Presidenza a favore dell’emergenza sanitaria e sociale da Covid-19.”
E qui comincio a non capire, ma forse mi sbaglio, perché ricordavo che era già prevista una norma del genere e infatti, cercando, l’ho trovata sul sito del Consiglio:
Possibilità di rinuncia o riduzione delle indennità.
L’articolo 7 della legge regionale 19 dicembre 2014, n. 13, come modificato dalla l.r. 19/2015, ha disposto che i consiglieri regionali possono rinunciare all’indennità di carica e all’indennità di funzione ovvero indicare un importo delle stesse inferiore a quello previsto dagli articoli 2 e 5 della l.r. 33/1995, con apposita dichiarazione da trasmettere alla Presidenza del Consiglio regionale.
Le economie conseguenti alla rinuncia o alla riduzione sono destinate all’incremento del fondo per il contrasto alla povertà e per il sostegno all’economia locale costituito ai sensi dell’articolo 3 della l.r. 13/2014. Ai sensi dell’articolo 5 della l.r. 21 dicembre 2016, n. 24, per il 2017 tali economie sono altresì state destinate, nella misura massima di euro 50.000, a progetti di solidarietà, individuati dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale d’intesa con la Conferenza dei capigruppo, nei confronti delle popolazioni colpite da calamità naturali.
In questi giorni leggo: “Rete Civica accusa: “I consiglieri regionali hanno le braccine corte”. L’emendamento per chiedere una riduzione delle indennità e della diaria dei consiglieri regionali da destinare all’emergenza coronavirus ha incontrato “un muro di silenzio e anche di ostilità” in II Commissione.
L’emendamento presentato dalla consigliera Chiara Minelli ha riscontrato il favore dei soli Alberto Bertin e Manuela Nasso, mentre contrari si sono dichiarati Stefano Aggravi, Roberto Cognetta e la Presidente del Consiglio, Emily Rini. “E’ stato invece approvato un emendamento della presidente Rini e concordato nell’Ufficio di presidenza”, chiude la nota di Rete Civica, “che prevede la possibilità di fare riduzioni degli stipendi, su base volontaria, da parte degli eletti”.
E ancora: “Il centrodestra valdostano vuole indennizzi per imprese e lavoratori autonomi”.
Da tutto ciò derivano la confusione e l’incomprensione…allora si dicono solidali, richiedono interventi (cosa buona e giusta) ma non votano a favore di un emendamento che li costringerebbe a ridurre il loro lauto stipendio per aiutare chi ne ha bisogno per cosa? Per proporre un emendamento che prevede “la possibilità della riduzione” che è già esistente dal 2014? E sarebbe anche bello sapere in quanti lo hanno fatto da quell’epoca in poi, sicuramente in pochi.
La mobilitazione dei Valdostani e non è stata ammirevole: cittadini, associazioni, imprenditori, sindaci…chiunque credo che abbia donato denaro o materiale in base alle proprie possibilità, altri donano ogni giorno per consentirci di essere curati e nutriti e assistiti, forze dell’ordine comprese. Sembra quasi che manchiate solo voi, cari consiglieri regionali.cosa state aspettando???
Lettera firmata