“Un giornalismo che non condividiamo”
La nostra istituzione scolastica, nelle scorse settimane, si è trovata involontariamente al centro dell’attenzione mediatica. Alcuni giornali locali, cartacei e online, hanno infatti pubblicato accuse nei nostri confronti (in un caso addirittura in prima pagina!), riportando il comunicato di un partito politico.
Siamo rimasti stupiti e amareggiati soprattutto per le modalità dell’operazione, a nostro parere scorrette e non professionali. Ci sembra che tali organi di informazione abbiano violato le regole elementari e la deontologia dei giornalisti e dei giornali.
Innanzitutto, è stato pubblicato il comunicato stampa di una forza politica dandogli la veste di un articolo, azione di per sé discutibile e fuorviante. Ma ciò che più è inaccettabile è che le redazioni non si siano preoccupate di verificare la veridicità del contenuto, soprattutto perché vengono chiamate in causa persone e istituzioni sulle quali si getta discredito. E' molto grave che nessun interessato, a partire dalla dirigente scolastica, sia stato interpellato, per poter chiarire i fatti e permettere un effettivo equilibrio delle informazioni.
Se solo si fossero verificate le affermazioni pubblicate – atto dovuto da parte di un giornalista – sarebbe risultata chiara l’infondatezza del comunicato stampa, evidentemente finalizzato a strumentalizzare per altre ragioni l’operato di una scuola: non è stato distribuito nessun volume “pro-immigrazione” agli alunni dell’istituzione, non è stato fatto “indottrinamento politico”, niente di quanto scritto corrisponde a realtà.
Maggiore attenzione ci saremmo attesi da professionisti dell'informazione, che hanno il compito di diffondere notizie vere e verificate. Perché se è grave affermare falsità in un comunicato, ancor più grave è che i giornali si prestino a essere la cassa di risonanza della disinformazione, forse animati da un frainteso senso della libertà di stampa o dal desiderio di fare notizia a ogni costo.
L’immagine della nostra scuola è stata lesa in modo assolutamente ingiustificato, con conseguenze che si protrarranno, nonostante rettifiche o lettere aperte, perché ormai la notizia ha avuto diffusione. Ci chiediamo come sia possibile danneggiare impunemente persone e istituzioni attraverso un uso simile dell’informazione.
Seguono le firme di 33 insegnanti della Scuola media “Cerlogne” di Aosta
Gentili docenti,
sono molto dispiaciuto del rammarico che esprimete nelle vostre parole. Sono molto dispiaciuto anche del fatto che non vogliate mettere correttamente a fuoco il problema.
Nell’articolo a cui vi riferite abbiamo dato spazio a una forza politica che ha lamentato la diffusione a scuola di alcuni materiali sul tema dell’immigrazione. La Lega Nord, infatti, sostiene – a torto o a ragione – che alcuni documenti distribuiti agli studenti per la stesura di un testo argomentativo siano, dal loro punto di vista, troppo orientati politicamente. Siamo sul piano delle opinioni: io o voi possiamo non essere d’accordo con questa posizione “evidentemente finalizzata a strumentalizzare per altre ragioni l’operato di una scuola”. Questo partito, però, ha suoi rappresentanti in Parlamento, in molte Regioni ed esprime due consiglieri al Comune di Aosta. E noi, per lo stile che abbiamo impresso alla nostra testata, dobbiamo dare spazio a tutti, anche quando non condividiamo le loro idee.
Spazio che stiamo dedicando anche a voi docenti, con questa lettera di oggi, e alla dirigente scolastica, con la lettera di qualche giorno fa, per fare in modo che tutti i punti di vista siano rappresentati.
Un saluto cordiale
Il direttore responsabile
Domenico Albiero