Vaccini: note a margine del Consiglio regionale
Difficile, all’indomani del dibattito vaccinale in Consiglio regionale, tenere le dita alla larga dalla tastiera.
Mi ha colpito, tanto per cominciare, la virulenza con cui il consigliere Guichardaz ha denigrato i portavoce dei “Genitori per la libera scelta”, liquidati quali improvvisati capipopolo che spacciano la disinformazione complottista per autentica informazione. Non una parola, però, sulla disinformazione ministeriale che ha trasformato un caso britannico sospetto in centinaia di morti di morbillo strombazzate, tra un procurato allarme e l’altro, su tutti i media nazionali. Lo stesso si scandalizza inoltre per un post che ha richiamato i totalitarismi novecenteschi per stigmatizzare la natura autoritaria e antisociale del Dl, ma tace sulle epurazioni in atto contro chiunque si discosti dalla dottrina Burioni.
Meno accalorato, ma non meno parziale, il consigliere Fabbri, titolare di una farmacia i cui ricavi devono non poco all’omeopatia, che si dilunga per sostenere la sicurezza della nuova generazione di vaccini evitando di snocciolare i dati relativi alle numerose reazioni avverse registrate dall’AIFA (largamente sottostimate, ciononostante nell’ordine delle migliaia, diverse delle quali gravi), nonché di ribadire che i vaccini non vengono sperimentati come gli altri farmaci, bensì sottoposti al cosiddetto “monitoraggio addizionale”. Tradotto: vacciniamo a tappeto, osserviamo le reazioni e, eventualmente, ricalibriamo il tiro.
A corroborare le affermazioni del farmacista ci ha pensato il dottor Fosson, che dall’alto della sua laurea in medicina ha tuonato contro la libertà di cura, contro l’omeopatia e contro chiunque osi mettere in discussione l’ufficialità medico-sanitaria additando i colossali interessi delle multinazionali del farmaco. Tutto ciò prima di lanciare in aula il boomerang Montagnier, scienziato che l’ex assessore alla Sanità giustamente elogia – fregiandosi di averlo conosciuto di persona – quale fulgido esempio di ricerca disinteressata dimenticando – amnesia più che comprensibile – di specificare che da anni il Nobel gira l’Europa per promuovere l’efficacia dei rimedi omeopatici e denunciare gli irreparabili danni da vaccino.
Fuori dal coro l’assessora bersagliata e i due consiglieri pentastellati, gli unici a perorare una chiara presa di posizione dell’Assemblea contro l’impianto illiberale del decreto Lorenzin. I rimanenti si conformano o tacciono imbarazzati. Stupisce, in particolare, il silenzio-assenso di chi è entrato in Consiglio sull’onda della campagna referendaria contro il pirogassificatore: pericolosissime se inalate, le nanoparticelle sono forse innocue se iniettate nelle vene dei bimbi?
Andrea Désandré