Pesce d’aprile o easter egg?

30 Marzo 2023

Meno due ad aprile! Per prepararvi al divertente e famigerato pesce d’aprile in cui ogni parola, gesto e azione potrebbe rivelarsi ingannevole e insidiosa, la rubrica cinematografica di Aiace Vda vi suggeriamo la visione di alcuni film che giocano sull’inaspettato sovvertimento della propria trama narrativa. Per augurarvi una buona Pasqua, invece, quale migliore idea degli easter eggs? Ecco dunque un labirintico itinerario pronto a capovolgere le vostre attese e disseminato di rimandi e citazioni cinematografiche più o meno nascosti che interrogheranno le vostre più consolidate aspettative.

Everything, everywhere, all at once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, ora al cinema

USA, 2022
Con Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, Jamie Lee Curtis, James Hong
Commedia, Drammatico, Azione, Fantastico

Pioggia di premi nei festival di tutto il mondo (ben 7 Oscar) per questo folle e assurdo film che indaga nell’intimo dei rapporti familiari sotto una lente più che particolare. Cercate un film contaminato di easter eggs disseminati in ogni inquadratura? Eccolo. Cercate un film che a un certo punto della storia (o, per meglio dire, delle storie) vi faccia capire che la missione dei personaggi non è solo salvare gli universi? Eccolo.

 

Stati Uniti: una famiglia cinese – composta da Evelyn, suo marito Waymond e la figlia Joy – gestisce una lavanderia a gettoni, ma è indietro con i pagamenti delle tasse. Una sconvolgente missione cambia la banale routine della vita di Evelyn: il multiverso è a rischio e lei, assumendo le capacità delle proprie varianti da altri universi, deve cercare di arrestare una pericolosa catastrofe cosmica. Difficile descrivere le bizzarrie di questo film: bisogna guardarle e farsi trasportare negli ipertrofici salti da un universo all’altro. Dietro il ritmo frenetico si cela però la tenera fragilità dei rapporti personali, specie quelli tra madre e figlia. Everything si può già considerare emblematico per il cinema contemporaneo, in pieno spirito postmoderno, così come lo sono gli easter eggs: il film ne è pieno e vi sfidiamo a coglierli tutti. Già soltanto la scelta del cast dimostra l’amore per il cinema: il grande James Hong di Grosso guaio a Chinatown, la diva del cinema kung fu Michelle Yeoh, Ke Huy Quan che da bambino recitò in diverse pellicole cult e l’iconica Jamie Lee Curtis.

Ma anche i chiari riferimenti alle arti marziali slapstick di Jackie Chan, Kill Bill, 2001: Odissea nello spazio, i film di Wong Kar Wai o addirittura Ratatouille. Inutile poi iscrivere Everything in un canone di generi, che già dal titolo dichiara la sua anarchia a livello narrativo: tutto, ovunque, una sola volta. Nonostante la produzione sia indipendente, essa parla al più vasto pubblico possibile, mostrandoci tutto quello che saremmo potuti, o avremmo voluto, essere. Possiamo dire che la formula di trattare temi esistenziali universali (con un occhiolino alla filosofia nichilista) mischiata con infiniti rimandi pop e tanto divertimento funziona alla grande. L’Academy conferma e il film riesce a conquistarci “everything and everywhere”.

Ready Player One di Steven Spielberg, disponibile su Netflix

USA, 2018
Con Tye Sheridan, Simon Pegg, Lena Waithe
Azione, fantascienza

Siamo nel 2045, in un mondo distopico dove ormai la maggior parte delle persone vive in baraccopoli sotto la soglia di povertà. Qui, il visionario Hallyday ha creato un mondo virtuale chiamato Oasis che permette di sfuggire alla disperazione della quotidianità. Quando viene annunciata la sua morte, viene anche rivelato che all’interno di Oasis è stato piazzato un Easter Egg e che chiunque lo trovi erediterà la sua fortuna. Hallyday era uno dei più grandi nerd della storia e ha riempito il suo universo di riferimenti alla cultura pop degli anni ‘80 e ‘90, e Wade, il giovane protagonista, si lancia nella sfida, forte della profonda conoscenza della vita del creatore di Oasis. Il film feel good perfetto per i nostalgici degli anni ‘80, impossibile stare dietro a tutti i riferimenti a giocattoli, videogame, film di quell’epoca maestosa (e papà Spielberg non si trattiene proprio qui, anzi, si autocita più volte!)

Se vi è piaciuto e volete restare in tema anni ‘80, vi consigliamo Gremlins (Joe Dante, USA, 1984), disponibile su Sky e Now.

BIG HERO 6 di Don Hall e Chris Williams, disponibile su Disney +

USA, 2014
Animazione, fantascienza

Le tecnologie ultra avanzate ci prospettano un mondo in cui le nostre convinzioni possono essere capovolte continuamente. Big Hero 6 ci offre un esempio paradigmatico attraverso la prospettiva entusiasta e spiazzata del giovane protagonista, Hiro. Ma non sono solo i microrobot e i trasmettitori neurali a stupirci: il film include diversi Easter Egg davvero imperdibili, riferiti all’universo Marvel e Disney.

Prodotto dai Walt Disney Studios, Big Hero 6 si ispira all’omonima serie di fumetti Marvel. Hiro Amanda è un ragazzo prodigio nel campo della robotica: dopo la morte del fratello Tadashi, vede la sua vita stravolta. Innanzitutto, conosce il personaggio forse più iconico del film, il grande robot bianco Baymax, progettato per fornire qualunque tipo di assistenza medica. Insieme a questo affabile e generoso androide, Hiro si unisce a un gruppo di simpatici nerd informatici, al fianco dei quali diventerà un eroe contro ogni aspettativa. Trattandosi di tecnologia, Big Hero 6 non può fare a meno di citare Ralph Spaccatutto, di cui possiamo notare una statuina appoggiata sul computer del protagonista a inizio film. Inoltre, ben due Easter egg sono dedicati al principe Hans, il villain di Frozen, un grande successo della Disney uscito nelle sale proprio un anno prima di Big Hero 6. Infine, vediamo apparire per la prima volta il cameo in versione cartone animato di Stan Lee, il celeberrimo fumettista Marvel. 

Se il rapporto di complicità tra Hiro e Baymax vi ha intenerito, il prossimo film d’animazione che potete guardare è Dragon Trainer (disponibile su Netflix) che, oltre a rappresentare in modo divertente l’amicizia tra il protagonista e il suo drago Sdentato, offre alcuni Easter Egg interessanti.

American Animals di Bart Layton, disponibile su Amazon Prime

USA, UK, 2018
Con Evan Peters, Barry Keoghan, Blake Jenner, Jared Abrahamnson
Drammatico

This is not based on a true story. This is a true story
(Questo film non è ispirato a una storia vera. Questo film è una storia vera)

Al suo secondo lungometraggio, Bart Layton dà vita a un film che si muove tra l’heist movie e il documentario, mettendo in scena, in modo del tutto originale, il vero furto di alcuni libri rari avvenuto nel 2004 alla Transylvania University di Lexington, in Kentucky. Il colpo viene pianificato da quattro ragazzi di estrazione borghese, due dei quali studenti al college: di certo non dei rapinatori professionisti. Ma cosa succede quando finzione e reale convergono in un unico flusso di immagini? Il regista sceglie di condurre la narrazione muovendosi su una duplice dimensione narrativa: i veri protagonisti di questa vicenda, intervistati, raccontano la loro versione dei fatti, muovendosi sul piano che classicamente identifichiamo come quello del documentario; gli attori della finzione cinematografica, invece – tra cui ricordiamo Barry Keoghan e Evan Peters – interpretano i loro personaggi all’interno della cornice dell’heist movie. Il risultato è un’inscindibile rete di connessioni tra il piano della finzione e quello più documentaristico, in cui risulta particolarmente complesso capire quanto sia la finzione a ispirarsi al reale e quanto invece sia il reale ad attingere dalla finzione. Dobbiamo fidarci di quanto ci dicono i veri protagonisti di questa vicenda, oppure di quello che le immagini della finzione ci mostrano? Forse il confine tra finzione e realtà non è così netto come immaginiamo. 

Se vi è piaciuto, potete guardare anche L’Impostore (The Imposter, 2012, UK), il primo lungometraggio di Bart Layton. Se desiderate invece approfondire l’heist movie, oltre ai classici Le Iene (Reservoir Dogs, Quentin Tarantino, USA, 1992), Rapina a Mano Armata (The Killing, Stanley Kubrick, USA, 1956) e Rififi (Du rififi chez les hommes, Jules Dassin, Francia, 1955) potete guardare anche il recente Insospettabili Sospetti (Going in Style, Zach Braff, USA, 2017).

Robin Hood – Un uomo in calzamaglia di Mel Brooks, disponibile su Apple TV

USA, Francia, 1993
Con Cary Elwes, Richard Lewis, Dave Chapelle
Commedia, parodia

Frame del film “Robin Hood – Un uomo in calzamaglia” di Mel Brooks

I grandi classici del cinema spesso diventano oggetto di rivisitazioni parodiche che hanno regalato al pubblico film come “Life of Brian” dei Monty Python o la saga di Scary Movie dove uno dei piaceri dello spettatore è l’indovinare tutti i film che vengono citati, alla costante ricerca dei più piccoli Easter eggs. Maestro indiscusso del genere è Mel Brooks, di cui è recentemente tornata al cinema la versione restaurata di “Frankenstein Junior”. Vogliamo però consigliarvi un altro suo film, forse il meno conosciuto, ovvero Robin Hood – Un uomo in calzamaglia. Robin di Loxley, fatto prigioniero durante la crociata in Terra Santa, riesce a fuggire e a tornare a nuoto in Inghilterra, dove scopre che il principe Giovanni Senza Terra e lo sceriffo di Ruttingham, con la complicità della strega Latrina, compiono efferatezze in serie. Robin, insieme ad alcuni allegri compagni, sistemerà tutto per il meglio.

Se vi è piaciuto, potete recuperare Scary Movie 3 – Una risata vi seppellirà (David Zucker, USA 2003), disponibile su Chili, o, sempre di Mel Brooks, Balle Spaziali (USA, 1987), demenziale parodia della saga di Star Wars. 

Un affare di famiglia di Kore’eda Hirokazu, disponibile su Rai Play

Giappone, 2018
Con Lily Franky, Sakura Andō, Kirin Kiki, Mayu Matsuoka, Jyo Kairi
Commedia, Drammatico

Se cercate un film che a un certo punto prende una svolta inaspettata a causa di uno stravolgimento di trama, questo titolo del regista giapponese Hirokazu Kore’eda fa per voi.

La trama del film segue una famiglia di ladruncoli che vive in un quartiere povero di Tokyo. Dopo aver rubato alcuni beni di prima necessità, i membri della famiglia incontrano una bambina abbandonata e decidono di prenderla con sé. Mentre cercano di nascondere la bambina dalle autorità, la famiglia deve fare i conti con i propri problemi interni e con le conseguenze del loro stile di vita.

La filmografia del regista giapponese Hirokazu Kore’eda si concentra principalmente sulle tematiche familiari, l’amore, la morte e la condizione umana. I suoi film  esplorano spesso la complessità delle relazioni familiari, con particolare attenzione alle dinamiche tra genitori e figli. Kore’eda è abile nel cogliere le sfumature emotive e psicologiche di questi rapporti, creando personaggi umani e tridimensionali che affrontano le sfide della vita quotidiana. Lo stile del regista è caratterizzato da una narrazione lenta e riflessiva, con riprese statiche e un’attenzione particolare ai dettagli. Le sue scene sono spesso silenziose, con un’attenzione minuziosa alle espressioni facciali e ai gesti dei personaggi. Dotato di un grande rispetto per la natura e per la bellezza della vita quotidiana, Kore’eda ambienta spesso le proprie pellicole in quartieri residenziali di Tokyo e nelle campagne giapponese creando una sorta di poetica della vita ordinaria. In “Un affare di famiglia”, il regista utilizza queste tecniche per creare un’immagine accurata della vita di una famiglia povera in Giappone, ma il film prende una svolta inaspettata quando un evento inatteso cambia radicalmente la direzione della storia, portando la famiglia a confrontarsi con le conseguenze delle proprie azioni e a cercare un nuovo modo di affrontare le sfide della vita.

Se vi è piaciuto e volete approfondire la filmografia di Kore’eda, su Rai Play trovate tre altre sue opere: Father and Son (2013), Little Sister (2015), La verità (2019).

 

Live Forever di Gustav Egerstedt, disponibile su Youtube 

Svezia 2020

In soli tre minuti e con una canzone molto orecchiabile, vengono affettuosamente ricordati tutti quei personaggi secondari che non sono riusciti a sopravvivere nei film horror che hanno fatto la storia del cinema. Riconoscete tutti i film citati?

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