Grand-Haury e Castello Montmayeur, una passeggiata di tutto relax alla scoperta di luoghi nascosti
I primi di ottobre è un periodo ideale per scoprire luoghi poco noti, a quote di media e bassa montagna, dove apprezzare i primissimi colori caldi dell’autunno, ravvivati dalla luce intensa che ci regalano queste giornate d’inizio autunno.
L’itinerario parte dal piccolo borgo di Grand-Haury e conduce prima alla visita di questo caratteristico villaggio di montagna e poi alla scoperta del suggestivo e quasi sconosciuto castello di Montmayeur.
Grand-Haury si raggiunge in auto da Arvier, salendo in direzione della chiesa e seguendo le indicazioni dapprima per La Crête, poi per Verney, Petit-Haury e quindi Grand-Haury (circa 10 minuti di strada).
Si lascia l’auto nel piazzale all’inizio del paese vicino all’immancabile fontana e percorrendo per intero la via principale, circondati da edifici tradizionali ristrutturati e tenuti con cura e da altri in diversi stadi di abbandono, si respira un’aria di pace d’altri tempi.
Nel giro di poche centinaia di metri si incontrano edifici rurali come il forno frazionale, la segheria ad acqua e il mulino ad acqua, che testimoniano come un tempo molte attività fondamentali per la vita quotidiana – come la cottura del pane e la molitura dei cereali – venissero svolte in modo comunitario. Il torrente che scorre nei pressi del paese forniva la forza motrice per i macchinari della segheria e del mulino e alimentava le fontane.
Non perdete il mulino che sorge in fondo al paese, un luogo incantevole, fra prati a sfalcio e alberi di noce. Spingendo la porta in legno è possibile entrare al suo interno e osservare il meccanismo per la molitura, le macine (di colore grigio chiaro tipico del cloritoscisto punteggiato da cristalli scuri di granato e dunque probabilmente provenienti dalle Miniere di Saint-Marcel) e sbirciare il torrente sottostante.
Tornando sui propri passi occorre fare attenzione per individuare il punto d’accesso che dal villaggio porta verso i prati e quindi verso il castello di Montmayeur. Il sentiero è nascosto fra le prime case del villaggio e parte da un arco fra le abitazioni, sulla sinistra provenendo dal mulino. Pare quasi di entrare in un cortile privato, invece subito dopo l’arco voltando a sinistra si vedono ampi prati e il tracciato del sentiero che dirige chiaramente verso il bosco.
La passeggiata è piacevolissima e adatta a tutti. Il sentierino costeggia un ruscello e scende dolcemente in un piccolo avvallamento boscoso. Dopo poco si raggiunge lo sperone roccioso che ospita il l’antico castello di Montmayeur, risalente al 1271 e ormai ridotto allo stato di rudere. Il castello fu costruito da Anselmo e Aimone d’Avise col permesso di Filippo di Savoia. Fu poi ceduto ai Savoia nel XIV secolo, per essere poi infeudato agli Avise ed essere progressivamente abbandonato e divenire proprietà privata.
Questo luogo incantato non è visibile dal fondovalle e si riesce a scorgere la torre cilindrica solo se si sa bene dove guardare, percorrendo il tratto iniziale della Valgrisenche. Il sentiero porta a dei roccioni dove si può osservare il ginepro sabino, specie meno diffusa del ginepro comune e caratteristico per avere foglie aghiformi non pungenti e bacche velenose, al contrario del ginepro comune che ha foglie molto pungenti e bacche aromatiche e molto ricercate per cucinare e fare liquori. Si tratta di strategie di sopravvivenza differenti: una pianta con foglie non pungenti può essere brucata da erbivori e dunque la natura l’ha dotata di un’arma di difesa efficace come le bacche velenose!
L’accesso all’interno della cinta muraria del castello avviene dall'antico portone. Ci si trova in una vasta area dove si notano i resti dei vari corpi di fabbrica, ormai invasi da vegetazione arbustiva. L'unico elemento ancora in buono stato è la torre cilindrica che si trova nella parte più alta del castello, proprio sullo strapiombo. Alzando lo sguardo colpiscono la merlatura a coda di rondine e la porta d’ingresso posta al livello del primo piano.
Lo spiazzo è occupato in parte da un braciere circondato da rudimentali sedili, da cui si gode un panorama speciale, nel silenzio di un luogo appartato e quasi segreto.
Il consiglio è di portare con se il pranzo al sacco e consumarlo qui, indugiando il più possibile prima di prendere la strada del ritorno, che è la medesima dell’andata.
Questa passeggiata si può effettuare a piedi o in bicicletta, sia muscolare che a pedalata assistita.
Info: Percorsi Alpini
3442934602
www.percorsialpini.com