I segreti del Parco nella Valle di Rhêmes
Siamo spesso abituati a percorre sentieri conosciuti e maggiormente frequentati, che magari ci portano in alta quota nei pressi di qualche rifugio, per approfittare di un buon piatto di polenta. Se volessimo invece un giorno regalarci un momento magico ecco, questo è l’itinerario giusto, anche se non adatto a tutti.
In Valle di Rhêmes esistono dei luoghi dove il tempo sembra non esser passato mai, dove la storia ha scritto le sue vicissitudini e dove la natura ha disegnato le sue scenografie.
Partendo dalla frazione Carré, lasciando la macchina nel parcheggio dell’area pic-nic, si segue il segnavia al di là del ponte, sulla destra orografica della valle, segnato in giallo con il numero 8 – 8A verso il casotto dei Guardaparco, il Pechoud. Questo sentiero è conosciuto da quelli del posto come il sentiero dei muli. In effetti il fondo risulta molto omogeneo e lineare senza particolari salti o rocce da superare. La sua caratteristica principale, che non lo rende adatto a tutti, sono le due/tre rampe molto ripide nella prima sua parte, alternate a tratti in falso piano per rifiatare. Per il resto non presenta particolari difficoltà. Per tutta la prima ora e mezza si attraversa un ripido bosco di Larici antichi alternato ad Abeti rossi con un ricco sottobosco popolato da Caprioli, Camosci e Scoiattoli rossi. Lungo tutto l’itinerario si incontrano diverse colonie di Formiche rosse organizzate in enormi formicai, importante segno di qualità del bosco. Grazie a questi, molte specie come il Fagiano di monte, scelgono questo habitat per far nascere e crescere le proprie nidiate, in quanto nella prima settimana di vita dei pulli, la dieta è quasi esclusivamente a base di Formiche rosse. Inoltre la parte superiore del bosco si apre in splendide radure, luoghi adatti per i famosi combattimenti amorosi primaverili di questi bellissimi galliformi.
Dopo diversi tornanti, arrivati quasi al confine del bosco con le praterie alpine, si incontra il sentiero di quota che dal casotto del Sort porta a Chaussettaz per proseguire verso la nostra destinazione. A questo bivio giriamo difatti a sinistra da dove non ci resta che proseguire con tutta calma su un sentiero leggermente in discesa fino a un grosso Pino cembro che si affaccia su un ripido canalone, dove bisogna fare molta attenzione nel camminare, in quanto molto esposto! Come diciamo noi in questo tratto è vietato cadere.
Ci separano solo 10 minuti di passeggiata dal casotto del Pechoud che, come buona abitudine di questi antichi punti di controllo, si fa vedere solo nel momento in cui si arriva. Questa stupenda antica costruzione di fine ‘800 è tra i due casotti delle Guardie del Re più antichi di tutto il Parco Nazionale del Gran Paradiso. La sua storia la si percepisce nel legno e nelle pietre che la costituiscono. Piccola ed essenziale, ancora oggi è utilizzata dai Guardaparco come casotto di sorveglianza.
Per rientrare al nostro punto di partenza possiamo ripercorrere i nostri passi sul sentiero di salita o scegliere quello che dal casotto scende direttamente alla frazione di Artalle. Se si sceglie questa seconda opzione bisogna tenere conto che si affronta uno dei sentieri più ripidi della Regione, tutto fatto quasi esclusivamente da gradini. Questa risulta una soluzione sicuramente impegnativa ma allo stesso tempo molto rapida per rientrare. Un ottimo motivo per percorrerlo è però che verso la fine, poco sopra Artalle, si attraversa una porzione di bosco con circa trenta Larici secolari segnalati come piante monumentali nel registro Regionale. Un angolo di Parco segreto e poco conosciuto ma ricco di un’energia antica e saggia che avvolge chiunque passi tra queste enormi colonne di legno.
Date previste: Su richiesta
Dislivello: 400 m circa
Quota di partenza: 1640 m
Quota di arrivo: 2060 m
Tempo di percorrenza: giornata intera.
Info e prenotazioni 344 293 4602 / 344 293 4564