Valsavarenche, a un passo dalle nuvole
Costituito nel 1922 il Parco Nazionale del Gran Paradiso è il Parco più vecchio d’Italia.
Da sempre meta di escursionisti, alpinisti e amanti della Natura si potrebbe pensare che non abbia più niente da svelarci. Esistono invece angoli nascosti, che pochi conoscono, nonostante siano luoghi vicino a zone molto frequentate del Parco. Siamo in cima alla Valsavarenche, al Colle del Nivolet, al confine con il Piemonte e la Valle Orco, la valle più lunga del Parco. Per raggiungere questo passo dalla Valle d’Aosta la strada più veloce è quella da Pont Valsavarenche. Dopo circa 3 ore di camminata, lungo uno degli altipiani più belli ed intatti delle Alpi, si arriva a questo Colle. Non bisogna sbagliare giorno e orario! Si rischia di incontrare la marea di macchine che dal Piemonte salgono con la strada che 100 anni fa è stata costruita fin quassù per la costruzione delle dighe. Tutto il romanticismo di questo luogo verrebbe smontato. L’ideale è organizzarsi fermandosi a dormire in uno dei due Rifugi posti nei pressi del Colle, o munirsi di frontalino per poter rientrare a tarda sera.
Il consiglio è di partire dal Rifugio Savoia intorno alle 18, quando ormai tutti sono andati via. Salendo a piedi lungo il sentiero che costeggia la strada, si prosegue verso il Colle. Da qui ci si può permettere di sognare e provare a volare. Sotto di noi un vuoto di 300 m circa e la Valle Orco in tutto il suo splendore. Il Lago d’Agnel e il lago Serrù, con i loro colori contrastati, disegnano il paesaggio modellato dall’impervia strada che risale questi pendii. Siamo nel regno degli stambecchi e quasi sempre una femmina con il suo piccolo sono lì ad attenderci sul dirupo più verticale. Qui tutto ha avuto inizio, tutto è nato e tutto può rinascere un’altra volta. I sogni di un bambino possono diventare realtà, gli incubi di un adulto possono trovare pace. Questo è un luogo dove si può toccare il cielo con un dito e dove la potenza della Natura sprigiona tutta la sua energia avvolgendoci come un caldo abbraccio.
Da qui scendendo per 200 metri in Piemonte lungo la strada arriviamo all’imbocco di un sentiero che risale la parete verticale sulla sinistra. La maestria degli artigiani di Re Vittorio Emanuele II è riuscita a costruire nel vuoto una delle mulattiere reali meglio mantenute di tutto il Parco. Con un paio di passi infatti si entra in un ambiente unico e magico. Questo è uno di quegli esempi classici dove a bordo strada si può trovare il Paradiso. In circa 10 minuti questa eroica, storica costruzione ci porta nei pressi di un laghetto glaciale incastrato in una conca di roccia a far da specchio alle nuvole del cielo.
In questo luogo incantato dove il silenzio è assordante, la pernice bianca, l’ermellino e la lepre bianca sono gli attori principali. La sensazione è di sentirsi in un luogo veramente speciale, fortunati ad averlo scoperto, gelosi di svelarlo ad altri. Le rocce montonate, i tappeti di salice nano sono le forme che rendono unico questo piccolo mondo.
Il sentiero reale continua sinuoso e dolce sopra le rocce portandoci pian pianino in volo verso il cielo. All’improvviso lo sguardo scappa verso l’orizzonte e i piani del Nivolet tornano a disegnare il paesaggio. Pian piano si incomincia a scendere, e dopo circa 15 minuti si passa sulla destra il Rifugio Chivasso, poco distante dalla strada principale. In circa 30 minuti si rientra al punto di partenza con il cuore pieno di sogni e speranze. Noi crediamo nella Natura e basta poco per tornare a farne parte.
Date previste: Estate Autunno
Dislivello: m 150 circa
Quota di partenza: m 2550
Quota arrivo: m 2600
Info e prenotazioni: info@guide-trek-alps.com