Sblocco dei licenziamenti: per chi?
Il Decreto legge 41/2021 dello scorso marzo predisponeva la fine del blocco dei licenziamenti individuali e collettivi per motivi economici a partire dal 1° luglio per le aziende che utilizzano la CIGO (come disciplinato dal decreto legislativo 48/2015) e dal 1° novembre per le altre aziende che utilizzano l’assegno ordinario o la cassa in deroga.
Lo sblocco dei licenziamenti del 1° luglio riguarda però soltanto le aziende industriali e dell’edilizia poiché per i settori del tessile, dell’abbigliamento e della pelletteria è stato prorogato al 31 ottobre 2021. Il divieto inoltre si estende al 31 dicembre 2021 qualora le aziende fruiscano di ammortizzatori o per i settori di commercio, turismo e stabilimenti termali qualora accedano agli sgravi contributivi.
Il timore di un esubero di licenziamenti ha portato il legislatore ad istituire alcune misure:
• 17 settimane di CIG senza il pagamento del contributo addizionale per le aziende dei settori tessile, abbigliamento e pelletteria usufruibili fino al 31 ottobre 2021;
• 13 settimane di CIG per i settori industriali e delle costruzioni senza il pagamento del contributo addizionale;
• 13 settimane di CIGS per coloro che facciano richiesta in sede ministeriale con conseguente divieto di licenziamento.
Ad oggi la situazione non risulta drammatica come ci si aspettava, ma grandi aziende nel nostro Paese hanno attuato licenziamenti lasciando senza lavoro decine di migliaia di persone, come ad esempio Giannetti Ruote o Gkn Driveline.
La motivazione di alcune di queste realtà è stata la mancanza di interesse nel continuare ad investire nel nostro Paese per via della poca redditività che ne traggono, in primis il costo del lavoro.
A cura dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro della Valle d’Aosta – Daniela Broccolato – info@cdlvalledaosta.it