Quando il lavoro in cucina diventa occasione di accoglienza dei più fragili
Guardate esteriormente possono sembrare normali cucine industriali, attrezzate per preparare una grande quantità di pasti per lavoratori e mense scolastiche. Quelle gestite della cooperativa sociale “Noi e gli altri”, però, hanno qualcosa in più che coinvolge le persone e riguarda tematiche come l’accoglienza, la conquista dell’autonomia, la costruzione di relazioni.
L’area Food della cooperativa coinvolge, in percorsi di inserimento lavorativo, soggetti in situazioni di fragilità, anche temporanea. Si tratta di persone con disabilità di tipo fisico o psichico, in situazione di disagio sociale o economico, con un passato di dipendenza o ancora che stanno beneficiando di misure detentive alternative oppure sono persone immigrate o rifugiate. A volte sono inserite in questi percorsi anche i ragazzi e le ragazze in uscita dalle comunità alloggio gestite dalla stessa “Noi e gli altri” affinché questi tirocini diventino parte del loro percorso di conquista dell’indipendenza.
Le persone accolte vengono inserite nei servizi della cooperativa e grazie al sostegno di educatori esperti e di tutor aziendali interni avviate verso un percorso lavorativo orientato all’autonomia.
“Abbiamo iniziato ad accogliere persone in situazione di fragilità dal 1989. Sono per la nostra organizzazione un valore aggiunto, ci spingono a migliorarci continuamente, a metterci in discussione per poter essere il più accoglienti possibile e questo approccio si riversa anche sugli altri lavoratori e sui nostri clienti. Senza mai trascurare la qualità delle nostre preparazioni e servizi in ambito di ristorazione, riusciamo anche a garantire il benessere delle persone” spiega Noella Semeria, responsabile dell’Area Food di Noi e gli altri.
E così le cucine della cooperativa Noi e gli Altri diventano un luogo dove potersi mettere alla prova, monitorare le proprie capacità, acquisire competenze specifiche per poter trovare una sistemazione lavorativa stabile, all’interno degli ambiti produttivi interni o anche presso aziende esterne. Un luogo di accoglienza, relazione e indipendenza in cui si porre al centro la qualità del lavoro e la produttività adeguandole alla mansione e alle abilità della persona.
“L’esperienza mi ha messo alla prova, sono diventata più paziente, ho imparato a fare le cose con un ritmo diverso. E’ stato veramente interessante per me vedere quanto l’esperienza lavorativa e di inserimento nel nostro gruppo di lavoro, abbia influito positivamente sull’atteggiamento della persona inserita. Il miglioramento è stato tangibile, da entrambe le parti” spiega Katia Revil, responsabile di uno dei self-service della cooperativa, che ha seguito una persona fragile per diversi anni.
“Questo lavoro mi ha cambiata, ho imparato tante cose, e ora sono più aperta e sicura di me” così commenta Maria (il nome è di fantasia) riferendosi alla sua esperienza di inserimento lavorativo attivo dal 2013.
La cooperativa sociale “Noi e gli altri” in numeri
Noi e gli Altri è una Cooperativa Sociale di tipo A + B che dà lavoro a circa 200 persone, tra soci, dipendenti e collaboratori. Nella cooperativa lavorano psicologi, operatori sanitari e sociali, educatori professionali, esperti di progettazione, cuochi, aiuto cuochi, assistenti mensa, addetti alle pulizie e alla sanificazione. Le attività della Cooperativa sono rivolte a minori, anziani, disabili e famiglie e riguardano i servizi animativi extrascolastici, i servizi educativi legati al disagio, i centri estivi e i servizi di pulizie e sanificazione, ma l’ambito nel quale Noi e gli Altri vanta un’esperienza unica nel territorio valdostano è indubbiamente il settore della ristorazione collettiva di cui si occupa da oltre trent’anni.
E’ un’esperienza particolare, di elevato valore sociale perché all’interno dei servizi della cooperativa trovano un’occasione di realizzazione professionale e personale, nonché la possibilità di emanciparsi economicamente e costruire una rete di relazioni, anche persone che hanno avuto esperienze di vita difficili e sembrano non essere tagliate per il mondo del lavoro.
Le cooperative di tipo A+B, infatti, hanno come missione oltre all’attività imprenditoriale anche quella, disciplinata da principi di mutualità e solidarietà, di recupero e di reinserimento sociale delle persone in stato di fragilità attraverso la progettazione di percorsi personalizzati e finalizzati all’acquisizione di capacità e attitudini lavorative, così come definite dalla legge 381/91, dalla legge 68/1999 e dalla legge 30/2003 (Legge Biagi) e successive modifiche.