Elezioni, Salvini: “I voti dei mafiosi e degli ‘ndranghetisti ci fanno schifo”
“Piazza bagnata, piazza fortunata“. Sono passate le 19 quando Matteo Salvini arriva, sotto la pioggia, in una piazza Chanoux, con tanta gente accorsa ad ascoltarlo (Nda 1500 secondo le forze dell’ordine). Sta concludendo il suo discorso l’ex presidente della Regione Nicoletta Spelgatti, ma occhi e orecchie sono rivolti tutti al leader del Carroccio. Jeans, camicia bianca d’ordinanza e mascherina, Salvini risponde ai cronisti prima di salire sul palco, salutato da un lungo applauso. “Rivolgete questo applauso ai giornalisti romani, che si dimenticano sempre dell’esistenza di Aosta” le prime parole del leader della Lega al pubblico. “Siete un popolo stupendo e domenica e lunedì lo dimostrerete anche in cabina elettorale.”
Dicendosi “orgoglioso di questa squadra e di Nicoletta (Ndr Spelgatti)”, Matteo Salvini va subito dritto alla notizia principale delle cronache aostane: la sentenza del processo Geenna. “Oggi sono state condannate delle persone che non meritano di essere definiti valdostani e autonomisti. L”ndrangheta può votare chiunque altro, ma non la Lega, perché a noi i voti dei mafiosi e degli ‘ndranghetisti ci fanno schifo”.
Mentre parla dal palco di piazza Chanoux, sul balcone del Municipio compare uno striscione “Bella Ciao” calato da una persona con la tuta rossa e la maschera di Dalì (costume indossato dai protagonisti della serie tv La Casa di Carta). Un gruppetto di ragazzi in fondo alla piazza canta “Bella Ciao” e altri a lato del palco urlano contro il leader del Carroccio.
“Alla sinistra non rimane che il fischietto, mi fanno tenerezza, noi parliamo di scuola, lavoro, montagna, pensioni mentre loro sono rimasti bambini. Ho imparato a non rispondere a insulti e minacce, rispondo con il lavoro e l’esempio: anch’io andrò a processo, non per ‘ndrangheta, ma perché ho bloccato lo sbarco di clandestini nel mio paese, difendendo l’Italia”.
Prima di chiudere e passare al rito dei selfie, Salvini invita i cronisti a salire sul palco “per fare vedere Aosta e la Valle d’Aosta, visto che per il governo questa regione non esiste.”
Il comizio di chiusura della campagna elettorale del Carroccio era iniziato poco prima, con i discorsi dei consiglieri regionali uscenti, del candidato sindaco di Aosta Togni e della segretaria locale Marialice Boldi.
“Siamo entrati in Consiglio regionale in sette e ne siamo usciti in sette” ripetono a turno i consiglieri regionali uscenti. “Dopo un mese e mezzo che siamo arrivati al potere abbiamo fatto saltare la maggioranza, perché eravamo sotto ricatto. A noi il potere non interessa, vogliamo solo lavorare.” ricorda Nicoletta Spelgatti. “Andati in minoranza abbiamo continuato a combattere, e ora se potete votare, è soltanto grazie alla Lega, che ha deciso di rifiutare tutte le proposte fatte”.
Invita tutti i candidati ad alzare la mano e a giurare, di “difendere la nostra autonomia e le nostre prerogative” l’ex Assessore regionale al Bilancio Stefano Aggravi. “C’è chi si riempie la bocca di autonomia, ma non ce l’ha nella testa”.
Spetta alla segretaria Marialice Boldi la promessa di “liberare la Valle d’Aosta da un’amministrazione che è durata troppi anni, e che ha portato quella che era la migliore regione italiana, ad essere additata sui giornali come un covo di ‘ndranghetisti”.
Infine un pensiero ai manifestanti riuniti in piazza Roncas. ” Sono quattro gatti che sono sempre contro e mai a favore di qualcosa” urla il capogruppo Andrea Manfrin “Non sono riusciti nemmeno a presentare i documenti per partecipare alle elezioni”.