“La ricapitalizzazione del Casinò è necessaria, obbligatoria e urgente”

16 Gennaio 2017

"La ricapitalizzazione è necessaria, obbligatoria e urgente". A dirlo questa mattina dopo essere stato audito dalla II Commissione il consulente della Casa da gioco, Edo Chatel. "La ricapitalizzazione rappresenta il rafforzamento patrimoniale degli investimenti fatti che sono stati quantificati fino ad oggi in 120 milioni di euro. – ha spiegato Chatel –  L'azionista ha messo 60 milioni con una delibera del 2014 di aumento del capitale, bisogna ora completare questo iter". Ovvero la Regione deve dare ancora 60 milioni di euro. "Non è necessario tutto subito, può essere fatto anche su più passi". Una norma della legge 49 del 2009 prevede infatti che la Regione finanzi i lavori nel limite delle disponibilità di bilancio, la famosa "restituzione" di cui ha parlato in sede di approvazione del bilancio il Presidente della Regione, Rollandin. "Quest'anno non ritengo – ha chiosato ancora Chatel –  ci sia la disponibilità totale ma serve almeno quel tanto per ristabilire gli equilibri finanziari e patrimoniali". 

Non esiste invece, ad oggi, "l'obbligo civilistico dell'abbattimento del capitale sociale. Noi dobbiamo invece avere un versamento di denaro a titolo di rischio per poter rimborsare chi ha sostituito l'azionista nel dare credito all'investimento ovvero le banche e Finaosta". 

La II Commissione consiliare ha deciso di chiudere questa mattina il percorso di approfondimento sul Casinò, nonostante una serie di audizioni ancora in calendario. Un'accelerazione che ha più di una lettura: la restituzione mercoledì scorso delle deleghe sulla casa da gioco da parte dell'Assessore Perron, la constatazione che il "dossier verità" stava iniziando a allargare la platea dei "responsabili" ma anche i tempi dettati dal secondo piano di Piazza Deffeyes. Entro fine gennaio, infatti, il Presidente della Regione ha detto in maggioranza di voler presentare il disegno di legge sulla ricapitalizzazione del Casinò. 

“Grazie a questo percorso che si è concluso oggi – ha spiegato il Presidente della Commissione La Torre – anche se restano da sentire, a corollario, il Presidente della Regione, il Comune di Saint-Vincent e il consulente Moreno Occhiolini, sono state acquisite informazioni dettagliate sulla gestione della Casa da gioco degli ultimi anni. Questo ha consentito a tutti di tracciare un quadro preciso sulla situazione di crisi, che permetterà alla forze politiche di esprimere la propria posizione sulle scelte da effettuare, con particolare riguardo al futuro della sua gestione, se pubblica o privata”. La Torre ha, quindi, spiegato che la II Commissione “fornirà alla Giunta delle indicazioni di supporto delle audizioni che le competono”. L’ordine del giorno approvato a metà dicembre, in sede di approvazione della finanziaria impegna infatti il governo regionale “a condizionare qualsiasi altro aiuto pubblico alla Casa da gioco alla presentazione entro il 31 gennaio 2017 alla II Commissione di un piano di riorganizzazione certo, strategico e misurabile”.

Questa mattina è saltata, per motivi di salute, l’audizione all’Assessore Marguerettaz, che aveva avuto la delega al Casinò nella passata legislatura mentre sono stati auditi oltre a Chatel, Mauro Alliod, direttore del servizio controllo della Casa da gioco e l’Ad di Campione nonché Presidente di Federgioco, Carlo Pagan. 

Quest’ultimo ha manifestato non pochi dubbi sul percorso di privatizzazione.  “Da vice presidente dell’Associazione europea delle case da gioco – ha spiegato all’uscita Pagan –  vedo una situazione generale di difficoltà per quanto riguarda le acquisizioni a livello europeo mentre i grandi player mondiali si stanno orientando sull’estremo oriente, in particolare la Malesia e il Giappone. Ci sono delle difficoltà  come si è visto poco tempo fa nella privatizzazione del Casinò di Venezia dove il bando è andato deserto”. Fra le problematiche messe in luce da Pagan anche la questione personale. “Anche nel precedente caso di Venezia la questione personale è stata vista come una problematica perché gli investitori esteri non sono abituati ad un regime sindacale come il nostro, la non conoscenza di queste dinamiche crea delle difficoltà”. Più che sindacale comunque per il Presidente di Federgioco “il vero tema è economico di settore, i casinò italiani sono fra i più grandi in Europa" e non ci sarebbero grandi gruppi interessati ad affrontare una "sfida gestionale così importante mentre per i gruppi extraeuropei l’Italia non una delle priorità”.

Sulla situazione dei casinò italiani Pagan ha confermato il momento attuale di difficoltà. “Ho riproposto qualche alleanza strategica che potrebbe avere un senso, come un gruppo di acquisto comune. Il modello oggi della gestione del Casinò è multitarget, bisogna sviluppare una strategia luxury sul segmento dei tavoli, per il conto economico è fondamentale l’attenzione per il segmento più mass market dove possiamo mettere le slot e i giochi americani e non si può dimenticare l’innovazione, ovvero l’e-commerce che sta diventando una realtà importante.”

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