Il giallo del Cervino è risolto, lo sciatore del mistero ha finalmente un nome
Non avrebbe sfigurato in una puntata della serie televisiva statunitense Cold Case, specializzata in casi irrisolti, la storia delle indagini sui resti ritrovati il 22 luglio 2005, a Cime Bianche di Valtournenche, a 3.100 metri di altitudine. Soprattutto perché oggi, a 13 anni dalla scoperta, l’identità del misterioso sciatore è stata finalmente svelata. Si tratta di Henri Joseph Leonce le Masne, nato ad Alencon, il 26 Marzo 1919.
Ad annunciarlo, non a caso, è la Polizia di Stato su Facebook, attraverso il racconto dell’Agente Lisa. Il poliziotto virtuale sottolinea come “grazie alla viralità dei social network siamo riusciti ad arrivare a una radio francese e ad Emma, nipote di Monsieur Henri che, sentita la notizia mentre stava guidando, ha pensato subito che l’uomo potesse essere suo zio. Così ci ha contattato, fornendoci utili indicazioni per l’identificazione”.
Chi era lo sciatore scomparso
Henri Joseph Leonce Le Masne era amministratore civile del Ministero delle Finanze a Parigi, viveva in un elegante quartiere della “Ville Lumière” e amava sciare e fare escursioni in montagna. Quando scomparve stava passando qualche giorno di vacanza a Cervinia. Il 26 marzo 1954 il tempo non era dei migliori in montagna, ma lui uscì comunque dall’hotel Gran Baita per sciare. Quella fu l’ultima volta in cui l’albergatore lo vide. Era il giorno del suo trentacinquesimo compleanno. Da allora, il fratello di Henri, Roger, che oggi ha 95 anni, non ne seppe più nulla, malgrado si sia impegnato tantissimo in svariate ricerche personali.
La scomparsa dello sciatore, per la verità, al tempo, non era passata inosservata: ne parlano alcuni giornali dell’epoca ma il mancato ritrovamento del corpo, con tutta probabilità, aveva portato le indagini ad archiviare il caso come irrisolto.
L’identificazione: dalle iniziali sulla camicia al DNA
Fondamentali per l’identificazione sono stati i reperti trovati sul Cervino, fotografati e poi resi noti dalla polizia: dagli sci di lusso «Rossignol Olympique» anni 50 ai bastoncini in metallo, dagli scarponi in cuoio «Le Trappeur» agli occhiali, passando per l’orologio Omega fino forse al più importante, quella camicia di tessuto leggero, grigio-verde, pure questa di marca francese, «Fabriqué specialement pour Boudrigue-Par de Marly», con le iniziali M.M. Un dettaglio che ha colpito la nipote dell’uomo, che ha ipotizzato che fossero in realtà H.M., cioè “Henri le Masne”. D’altronde il tessuto consumato non ne permette bene la lettura.
Decisivo per avere la certezza dell’identità è stato però il lavoro certosino della Polizia scientifica di Torino e alle indagini della questura di Aosta. Grazie all’estrazione del Dna nucleare da un osso del piede e da alcuni denti, è stato possibile delineare il profilo genetico dell’uomo. A quel punto è bastato confrontarlo con un campione estratto dalla saliva del fratello Roger affinché si potesse acclararne la parentela. E chiudere definitivamente il caso.