Nomine Aps, volano gli stracci fra Donzel e Centoz

09 Agosto 2018

Sono le nomine Aps l'ultimo motivo del contendere in casa Pd. A lanciare l'attacco è l'Associazione “Area democratica- Gauche Autonomiste” che parla di "ennesimo triste siparietto della tragedia che si sta consumando nel Comune di Aosta". 

I coordinatori, l'ex Assessore Raimondo Donzel e Gianni Champion, si chiedono: "Che senso ha riempire i vari CdA, con i non eletti o gli uomini del proprio movimento, privando la società civile di spazi di professionalità che da anni rivendica?" 

L'Associazione ricorda, quindi, di aver chiesto "un segnale chiaro di cambiamento di passo e di metodo in merito alle vicine nomine  della Aps, auspicando il venir meno della solita lottizzazione politica , così tanto contestata a livello regionale e nazionale,  promuovendo figure professionali espressione della società civile valdostana. Appello, purtroppo, caduto nel vuoto". 

La risposta non si è fatta attendere. In un lungo e duro post su Facebook Fulvio Centoz ci mette il carico da novanta: "Appare francamente assurdo che un condannato in via definitiva per peculato (cioè – in pratica – per aver rubato soldi pubblici) si permetta di contestare le scelte effettuate dal sottoscritto dopo un ampio percorso di condivisione con le forze politiche che sostengono la maggioranza".

Il primo cittadino evidenzia, quindi, come le nomine fatte in Aps sono arrivate attraverso un bando pubblico che "richiedeva, sia per i componenti del Cda, sia a maggior ragione per il Presidente del Cda, requisiti di competenza (laurea almeno quadriennale, vecchio ordinamento) oltre a specifiche competenze manageriali che tutte e 3 i componenti possiedono". E sulla figura di Carlo Franco designato quale presidente, sottolinea "essere uno stimato professionista" che "ha ricoperto nell'ultimo mandato il ruolo di Presidente del Collegio sindacale, ha maturato anche un'esperienza qualificante proprio in Aps". 

Ricordando poi il passato da Assessore di Donzel, il primo cittadino lo accusa di "aver distrutto il Partito democratico della Valle d'Aosta" e anche di aver contribuito a non far raggiungere al Pd Vda il quorum per entrare in Consiglio Valle. "La responsabilità ha un nome ed un cognome, anzi due nomi e un cognome. Qualcuno – che lo ha ammesso anche candidamente – ha preferito infatti fare campagna elettorale per altri movimenti) si appresti ora a voler destabilizzare il Comune di Aosta. Ma non si rende conto, il condannato in via definitiva per peculato, che così distrugge l'unica alternativa a questo governo di destra?""

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