Smog, le polveri fini della Pianura Padana raggiungono la Valle. A gennaio 13 sforamenti

20 Marzo 2017

Lo smog record del gennaio scorso in Pianura Padana ha raggiunto la Valle d’Aosta per soggiornarvi alcuni giorni. A mostrarlo l’Arpa questa mattina durante la periodica riunione dell’Osservatorio sulla qualità dell’aria. 

Se il 2016  ha confermato la tendenza ad un generale abbassamento dei valori inquinanti (con valori intorno ai 20 ug/m3 per le polveri Pm10) il primo trimestre del 2017 è iniziato in controtendenza. Nel solo mese di gennaio sono state ad Aosta tredici le giornate di superamento dei valori limite di Pm10 – in tutto il 2016 se ne contano 5 –  con un valori anche di 100 ug/m3 (il limite è di 50).

Due i fattori determinanti di questi picchi di smog, da una parte l’abbassamento delle temperature, con punte di meno 10 gradi ad Aosta, che ha fatto aumentare i consumi per il riscaldamento domestico, dall’altra l’assenza di vento. A fine gennaio, dal 26 al 29 gennaio, gli sforamenti hanno un’altra spiegazione. “Dalla pianura padana, che in quel momento era ricchissima di polveri e in piena emergenza – ha detto Claudia Tarricone dell’Arpa –  il vento ha trasportato una massa di polveri fino a farla incuneare in Valle d’Aosta, come abbiamo potuto ricostruire grazie alla strumentazione montata sul tetto dell’Arpa”.

Due gli sforamenti – 1.1 e 1.3 (valore limite 1 ng/m3) del benzo (a) pirene nel 2016. “L’ipotesi più probabile – ha spiegato Tarricone – è il maggiore utilizzo del combustile a biomassa ma anche i fuochi liberi che in questo periodo sono evidenti ai più”. Su questi il neo Assessore regionale all’Ambiente Fabrizio Roscio, presente all’Osservatorio, ha annunciato di aver chiesto l’attivazione di tavoli tecnici per “capire quali azioni possono essere messe in campo per vietare totalmente questa pratica in alcuni periodi dell’anno”.

Si è tornati poi a parlare della stazione industriale di Primo Maggio che verrà spostata tra dicembre e gennaio. “Aspettiamo per capire i risultati degli interventi messi in atto dalla Cogne con l’autorizzazione integrale ambientale”.

Infine riflettori puntati sul teleriscaldamento con i dati sulle emissioni pre e post allacciamento alla rete che mostrano una abbassamento nei 230 palazzi serviti del 53% delle emissioni di ossido d’azoto (da 8,43 a 3,93 t/anno)), del 99% per il biossido di zolfo (da 4,27 a 0,06) e del 75% (da 4.61 a 1.13) per monossido carbonio.

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