Vendita di beni di lusso a cinesi mai stati in Italia, assolto imprenditore

05 Luglio 2017

"Perché il fatto non sussiste" l'imprenditore valdostano Sergio Barathier è stato assolto questa mattina in Tribunale ad Aosta assieme ad altri quattro imputati, accusati di truffa e emissione di fatture per operazioni inesistenti. 

La vicenda era nata dopo un'inchiesta della Guardia di finanza. Secondo l'accusa gli amministratori della società, violando gli accordi commerciali con la casa titolare dei beni di lusso, che avrebbero dovuto vendere in esclusiva sul mercato locale, in collaborazione con un intermediario di origine cinese ma con ditta a Terni, hanno venduto una “quantità considerevole di beni” sfruttando le agevolazioni sull’Iva.

La procura aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi di reclusione per Barathier e la moglie Vilma Ferrero, a otto mesi per la responsabile del loro negozio di Courmayeur e a un anno e tre mesi per due intermediari commerciali. 

Il processo si è svolto con il rito abbreviato davanti al gup Davide Paladino."E' stato dimostrato che gli acquirenti c'erano e che i beni sono stati portati effettivamente a Hong Kong e che quindi le operazioni non erano effettivamente imponibili", commenta l'avvocato Jacques Fosson.

Il nome di Barathier è finito anche nelle carte dell'inchiesta sull'ex procuratore capo di Aosta facente funzioni Pasquale Longarini. Secondo la procura di Milano, infatti, Barathier aveva subito la "sollecitazione" di Longarini – che indagava su di lui – a cambiare fornitore di prodotti alimentari, scegliendo il Caseificio valdostano, per l'albergo Royal e Golf di Courmayeur, di cui è comproprietario. 

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