Approvato il piano di contenimento dei cinghiali: previsto l’acquisto anche di trappole
C’è anche il progetto di acquistare delle trappole appositamente studiate per la cattura dei cinghiali, da posizionare nelle zone di confine con il Piemonte, nel piano di controllo della specie, approvato ieri dalla Giunta regionale.
Le azioni ricalcano quanto finora messo in atto dall’Amministrazione regionale al fine di contenere “gli evidenti danni causati da questo ungulato alle colture agricole”.
“La nostra attenzione nei confronti delle diverse problematiche inerenti la presenza della specie cinghiale in Valle d’Aosta è sempre attenta e orientata alla gestione ottimale della presenza di questo ungulato sul nostro territorio, precisa l’Assessore Marco Carrel. Obiettivo è quello di tutelare il territorio e le varie attività presenti sul territorio, nel rispetto di una convivenza necessaria ma costantemente monitorata a vantaggio di agricoltori e allevatori”.
Il piano di contenimento è diventato sempre più prioritario, “considerata l’attuale emergenza sanitaria legata all’insorgenza di focolai di Peste Suina Africana sul territorio nazionale”.
Il programma regionale di controllo prevede, in particolare: l’organizzazione delle operazioni di controllo faunistico in capo alle Stazioni forestali, con il coordinamento dell’Ufficio per la fauna selvatica e ittica della Struttura Flora e fauna; l’obbligo di utilizzo del munizionamento atossico (privo di piombo); la possibilità di abbattere esemplari di cinghiale in controllo faunistico senza una preventiva programmazione laddove vengano soddisfatti precisi e determinati parametri di sicurezza con successiva destinazione all’autoconsumo di tali capi; l’obbligo di controllo delle trichinellosi per tutti gli esemplari abbattuti durante le operazioni di controllo; l’obbligo di conferimento degli esemplari abbattuti nelle operazioni programmate di controllo a un Centro di lavorazione della selvaggina riconosciuto; la possibilità di riservare, limitatamente agli operatori non d’istituto, il 50% della carne degli animali da loro abbattuti quale compenso per l’attività svolta; la partecipazione all’attività di controllo faunistico, oltre che del personale del Corpo forestale, esclusivamente di operatori non d’istituto che hanno frequentato corsi di formazione specifici in materia; la possibilità, sempre al fine di consentire una più efficace e selettiva attività di controllo, di utilizzare armi dotate di sistemi per la visione e il puntamento notturno da parte di tutti gli operatori.