“Cime Bianche, nel bilancio regionale una dichiarazione di guerra all’ambiente”
Il DEFR 2024-2026 (Documento di economia e finanza regionale), documento che programma gli interventi e gli investimenti dei prossimi tre anni, prevede, a pagina 194, tra gli “investimenti strategici che risultano prioritari in un’ottica di sviluppo dell’attività di settore” (degli impianti a fune), “l’avvio dell’iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica per il collegamento intervallivo Cime Bianche”.
“Questa denominazione, apparentemente neutra, nel linguaggio amministrativo significa andare avanti con i livelli di progettazione”, sostiene il Comitato Insieme per Cime Bianche.
“Ricordiamo che, al momento, non esiste nessun parere definitivo, sulla fattibilità o meno, dal punto di vista legale, del collegamento e lo studio commissionato dalla società Monterosa evidenzia, a prescindere dalle cinque alternative funiviarie contemplate, una inevitabile sovrapposizione con un ecosistema incontaminato e intatto (il Vallone delle Cime Bianche) e con una zona sottoposta a precisi vincoli normativi, a livello comunitario, nazionale e regionale (la ZPS “Ambienti Glaciali del Gruppo del Monte Rosa”, IT1204220)”.
Secondo il Comitato, il Consiglio Regionale della Valle d’Aosta, nel suo documento di programmazione “decide di andare avanti con un progetto che non sa se potrà fare e del quale sa solo che costerà almeno 150 milioni di Euro”.
Il Comitato ringrazia poi le Consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli “per aver portato un emendamento soppressivo (in buona sostanza l’abbandono del progetto), che è stato bocciato senza la minima risposta da parte del governo, senza la minima discussione e con il voto dei 5 consiglieri di FP-PD che in campagna elettorale sottoscrivevano di impegnarsi per la difesa dell’integrità del Vallone”. Il Comitato, grazie alla raccolta fondi avviata per proteggere il Vallone, ha già affidato l’incarico per la predisposizione di un parere di precontenzioso al fine di poter intervenire anche in sede legale.
“Ci prepariamo a resistere con ogni mezzo necessario – spiegano – e quello giudiziario sarà solo uno degli strumenti, questa è una battaglia culturale e politica. Insieme continueremo con ancora più determinazione il nostro percorso per fermare questo scempio fuori dal tempo e fuori dal mondo”.