Come stanno i torrenti valdostani?
Sessantotto “corpi idrici” monitorati nel 2022, venti naturali e quattro “fortemente modificati” nel 2023. Questa l’attività di aggiornamento dello stato di qualità dei torrenti valdostani condotto da Arpa Valle d’Aosta, che confluisce – è il caso di dirlo – nel processo di classificazione dei corpi idrici superficiali, di durata sessennale, per il III Piano di Gestione del fiume Po.
Lo stato di qualità dei corpi idrici superficiali viene definito dal valore più basso tra il suo stato ecologico o potenziale ecologico e il suo stato chimico. E, stando ai dati dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, “tutti i corpi idrici monitorati presentano uno stato chimico buono, lo stato/potenziale ecologico è quello che determina lo stato ambientale complessivo”.
Lo stato potenziale/ecologico
In questo senso, Arpa scrive che “tutti i corpi idrici naturali classificati in modo definitivo raggiungono almeno l’obiettivo di buono stato ecologico (in tutto il 70,6 per cento sul totale) ad eccezione di un singolo corpo idrico: il torrent Boccoil” che “è stato monitorato nel 2023 e ha subito un netto peggioramento di stato di qualità rispetto al Piano di Gestione precedente (del 2018) a causa della combinazione di più pressioni antropiche significative, come derivazioni idroelettriche, irrigue e in via eccezionale idropotabili, aggravate dai fenomeni siccitosi registrati negli ultimi anni”.
Più del 50 per cento dei corpi idrici fortemente modificati – detti “Cifm” – monitorati e conclusi tra il 2020 e il 2023 non raggiunge invece il buon potenziale ecologico. Arpa spiega: “Se da un lato i risultati ottenuti confermano quanto era atteso in relazione alla natura di questi corpi idrici, si rammenta infatti che si tratta di corsi d’acqua che hanno subito profonde alterazioni idromorfologiche che di fatto impediscono il raggiungimento dell’obiettivo di qualità, bisogna sottolineare che in alcuni casi lo stato di qualità è ulteriormente peggiorato per l’assenza di acqua in alveo”.
Lo stato chimico
Come detto, lo stato chimico buono è stato raggiunto in tutti i 68 corpi idrici fino a oggi monitorati da Arpa.
“In base alla valutazione delle pressioni per i corpi idrici a oggi conclusi – si legge nel report –, si esprime un giudizio ‘buono da parere esperto’. Non vengono infatti ricercate le sostanze prioritarie riportate in normativa, poiché non risultano immesse sul territorio in quantità significative”.
L’Agenzia segnala, comunque, che “per sei corpi idrici non viene espresso uno stato chimico (Non classificato), poiché per le ripetute asciutte non è stato possibile effettuare un numero di campionamenti di tipo chimico-fisico significativo e in alcuni casi addirittura nessuno di quelli previsti”.