Con il Fréjus chiuso ai tir la qualità dell’aria a Courmayeur è peggiorata
Dal 28 agosto, giorno in cui il traffico di mezzi pesanti si è riversato verso il Tunnel del Monte Bianco, a seguito della frana caduta in Maurienne (che ha inibito il Fréjus ai Tir), stando ai valori degli inquinanti registrati dalla stazione situata ad Entrèves (lungo la strada per il tunnel), la qualità dell’aria a Courmayeur è peggiorata.
Lo spiega l’Arpa della Valle d’Aosta in un report, precisando che “nonostante non siano stati rilevati superamenti dei limiti previsti dalla normativa”, l’aumento del numero dei mezzi pesanti in transito ha avuto “un impatto importante sulle concentrazioni di biossido d’azoto, mentre l’influenza sui valori di PM10 è meno evidente”.
Per quanto riguarda il primo inquinante, la concentrazione media giornaliera è stata particolarmente elevata dal 30 agosto all’8 settembre. Si tratta, sottolinea l’agenzia, dei valori più alti misurati dall’inizio del 2023. Il valore limite per la media oraria fissato dalle norme è di 200 microgrammi per metrocubo: il massimo orario registrato è stato di 129 microgrammi per metro cubo.
Anche nel confronto con la serie storica degli ultimi cinque anni, “le misure di questo periodo sono particolarmente elevate”. Siccome le concentrazioni di inquinanti nell’aria dipendono non solo dalla quantità di sostanza immessa in atmosfera, ma anche dalle condizioni meteo, i tecnici dell’Agenzia hanno utilizzato un metodo “Machine learning” per eliminare l’influenza della meteorologia dalle serie di dati.
Così facendo, se le misure si discostano molto dalle previsioni, significa che qualche fattore, diverso dalla meteo, ha influito significativamente sui valori misurati. E’ il caso nei giorni della chiusura del Fréjus, dato che fa ricondurre l’incremento al traffico accresciuto. Stando ai dati TMB-GEIE, il numero giornaliero dei veicoli pesanti in transito al tunnel è raddoppiato rispetto ai giorni precedenti, mentre quello leggero è diminuito, forse proprio per la coincidenza con la fine delle vacanze.
Anche le concentrazioni di PM10, cioè di polveri sottili nell’aria – si legge nel report Arpa – sono aumentate a partire dal 28 agosto, “ma i valori dei giorni precedenti erano molto bassi a causa della pioggia”. Peraltro, nella seconda metà di agosto, l’arrivo di polveri dal Sahara ha determinato valori di PM10 “molto alti, con superamento del limite normativo nella giornata del 22 agosto”.
Nel confronto con la serie storica degli ultimi 5 anni, le misure del periodo sono in alcuni giorni leggermente superiori alla media, ma appunto l’andamento non è così marcato come nel caso del biossido d’azoto.