Il 2022 è stato l'”annus horribilis” per i ghiacciai valdostani
Dallo scorso 11 gennaio è online il sito web SottoZERO, frutto degli studi e dei monitoraggi svolti annualmente dalla Cabina di regia dei ghiacciai valdostani, che presenta in forma sintetica il quadro evolutivo della criosfera a livello regionale, ovvero quella parte di superficie terrestre in cui l’acqua si trova allo stato solido. Il tutto, confrontando i dati dell’ultimo anno idrologico con i valori medi di lungo periodo.
Sul sito, i 14 indicatori sullo stato di salute dei ghiacciai forniscono rapidamente, attraverso semplici infografiche, un quadro della situazione. Soprattutto riguardo i dati del2022, “annus horribilis per i ghiacciai valdostani” secondo Fondazione montagna sicura.
A livello generale, dai dati sui ghiacciai emerge la perdita di 4 metri di volume rispetto alla media di 1 metro degli ultimi 20 anni, un inverno con il 51 per cento in meno di precipitazioni, una anomalia di temperatura di + 1,9°C ed una temperatura sul Cervino -2,15°C rispetto ad una media che si attesta sui -3,82°C.
I ghiacciai
Giganti fragili, i ghiacciai valdostani nel 2020, erano complessivamente 184. Dato significativo, soprattutto nel paragone con il 1999, quando erano 216. Si parla, quindi, di 32 ghiacciai persi in 22 anni. I chilometri quadrati di ghiaccio persi nello stesso arco di tempo sono pari a 34 – erano 154, scesi a 120 km2 – pari, si legge, “ad una riduzione di 1,5 chilometri quadrati all’anno. In 22 anni, sul territorio regionale è stato perso il 22 per cento della superficie glaciale”.
Le fronti dei ghiacciai osservati si sono invece ritirate mediamente di 13 metri nel 2021. “Un altro anno negativo – spiega la Cabina di regia –, seppur meno sfavorevole degli anni precedenti”. Infatti, il valore medio di variazione frontale 2001-2020 parla di un ritiro di 21 metri.
Più inquietante, passando al 2022, il cosiddetto bilancio di massa – ovvero le variazioni di volume di un ghiacciaio tramite la differenza tra l’accumulo nevoso invernale e la fusione estiva di neve e ghiaccio – che ha visto un valore pari a -4096 millimetri di acqua equivalente rispetto ai -977 del periodo 2001-2020. “La perdita di massa (ghiaccio) è stata quattro volte superiore rispetto alla media già negativa degli ultimi venti anni”, si legge nel report.
Il permafrost e la temperatura sulla vetta del Cervino
A preoccupare è anche la situazione del permafrost, ovvero quel terreno – tipico delle regioni fredde del mondo – il cui suolo è perennemente ghiacciato. Dai dati raccolti dalla Cabina di regia il suolo ad alta quota (ai 3.100 metri sul livello del mare del Colle Superiore delle Cime Bianche, in Valtournenche) nell’estate 2022 si è scongelato fino ad una profondità di 7,1 metri, il 41 per cento in più della media. Il valore medio calcolato dal 2008 al 2020 parlava invece di 5 metri.
Il gran caldo di quest’anno si è sentito anche sulla vetta del Cervino, la cui temperatura ai 4.478 metri ha fatto segnare un -2,25° C di media, superiore di 1,67°C rispetto al valore medio 2011-20 che si attestava sui -3,82°C.
In generale, la risorsa idrica nivale – quindi la risorsa idrica contenuta nella neve nel giorno in cui la Valle d’Aosta ha ospitato la massima quantità di neve, ovvero il massimo accumulo stagionale – segna nel 2022 un valore di 550 milioni di metri cubi, pari al 51 per cento in meno rispetto al valore medio di 1.129 m³ del periodo 2001-2020.
Neve e temperature
La temperatura media annua – il report calcola quella del 2021 come ultimo dato disponibile – è stata superiore di 0,2°C rispetto alla media del periodo 2002/2020. Tra le stagioni, l’estate 2022 ha fatto segnare 1,9°C in più nei confronti del valore medio 2002/2020.
Rialzi che si riflettono sulla precipitazione totale annua, che stando ai valori 2021 – gli ultimi segnalati sul sito – si attestano a 863 millimetri, pari al 12 per cento in meno della media che si riferisce al periodo 2002-2020.
La precipitazione cumulata annua di neve fresca nel 2021 è stata invece di 435 centimetri, il 13 per cento in meno (erano infatti 500) della media del periodo 2002/20.
Il dato sull’altezza massima della neve – ovvero l’altezza della neve nel giorno più innevato dell’anno a circa 2000 metri – è stato sotto la media. I numeri, ottenuti dalla media di diverse stazioni distribuite sull’intero territorio regionale, parlano di 118 centimetri nel 2021, rispetto ai 129 centimetri di valore medio nell’arco di tempo che va dal 2002 al 2020. Per un calo, rispetto alla media, del 21 per cento in meno.
Il progetto
La Cabina di regia dei ghiacciai valdostani, di cui fa parte anche Arpa Valle d’Aosta, è una cellula di coordinamento tra gli Enti che si occupano dei ghiacciai e della criosfera sul territorio valdostano a livello di ricerca, gestione territoriale, e salvaguardia delle risorse legate al patrimonio glaciale.