Il Consiglio Valle dice “No”, per ora, alla caccia dello stambecco
Lo stambecco può continuare a dormire sonni tranquilli. Il Consiglio regionale rimanda al mittente la proposta della Lega Vda di rendere possibile la caccia dello stambecco. La mozione è stata respinta con 23 astenuti, 2 contrari (Pcp) e 8 a favore (Lega e Forza Italia).
“Il piano faunistico dà alcune istruzioni per supportare la gestione dello stambecco, alcune delle quali adottate da tempo, come i censimenti” ha ricordato l’Assessore regionale Marco Carrel, ricordando la crescita avvenuta negli anni della specie all’esterno delle aree protette. Se nel 1997 erano conteggiati in Valle d’Aosta 1934, nel 2023 si è arrivato a 4052, il numero più alto.
L’Assessore all’agricoltura ha quindi spiegato di aver scritto alla Commissione paritetica per chiedere la possibilità di prendere in considerazione una modifica dell’elenco delle specie cacciabili, compresa anche quella dello stambecco. Carrel ha ribadito quindi volontà di arrivare in Commissione per presentare il piano faunistico regionale, che prevede la proposta di una possibile gestione dello stambecco in Valle d’Aosta. “Credo sia opportuno affrontare quell’argomento in quella sede, per presentare tutti i dati tecnici e biologici che possono motivare l’avvio del prelievo oppure no”.
Illustrando la mozione il consigliere Christian Ganis ha ricordato come lo stambecchi “sia una specie ormai ampiamente diffusa sull’arco alpino, dove sono stati censiti più di 50.000 capi dei quali ben 15.000 sul versante italiano, numeri che giustificano l’avvio di una gestione anche venatoria della specie”. Scelta effettuata dalla provincia di Bolzano. “L’esperienza ha dimostrato che anche con un prelievo annuale, si è verificato un aumento della popolazione”.