La “Smart Agriculture” protagonista del primo “The First Thursday”
In un pomeriggio di dialogo tra giovani valdostani e attori del settore agricolo nostrano, è trascorso il primo “The First Thursday”, tavolo di confronto organizzato dalla Cittadella dei Giovani e dalla BCC Valdostana con il patrocinio dell’Università della Valle d’Aosta. Giovedì 6 ottobre il focus tematico su “Smart Agriculture: l’innovazione al servizio del territorio valdostano” ha accompagnato, con la moderazione di Nathalie Grange dell’agenzia PiùPress, le nuove generazioni nella direzione di un mondo agricolo reso maggiormente aperto e innovativo dalle nuove tecnologie.
Un focus sull’imprenditorialità giovanile
Rifugio e casa sicura dei giovani valdostani, come spiegato dal suo direttore Jean Frassy, la Cittadella di Aosta si è nel tempo spesse volte occupata della tematica del lavoro, impegnandosi nella realizzazione di progetti concreti di accompagnamento a disoccupati oltre che nel coinvolgimento diretto dei ragazzi nelle attività del plesso.
“È bene che i nostri figli interagiscano il più possibile con il territorio che essi abitano, ciò che spinge il nostro ateneo a offrire percorsi di formazione integrati utili a favorirne l’autoimprenditorialità” il commento introduttivo di Maria Grazia Monaci, rettrice dell’Università della Valle d’Aosta; nemmeno la BCC Valdostana ha mancato di pensare alle nuove generazioni come parte di una linea totalmente a favore delle fasce più deboli della popolazione: “Non si tratterà soltanto di organizzare tali tre eventi autunnali e invernali – ha promesso Fabio Bolzoni, suo direttore – bensì di ipotizzare altre proposte future nonché di lanciarci nella inclusione a titolo strutturale di una Consulta composta dai nostri 1500 giovani soci atta a comprenderne le immediate esigenze”.
Giovani e agricoltura
Sono circa 1500 le realtà agricole attualmente attive in Valle d’Aosta, cui vanno a sommarsi altrettante aziende con un volume di affari sotto i 7 mila euro, tra le quali circa la metà risulta gestita da over 50 mentre un solo 40% pare amministrato da under 40.
“Abbiamo quantomai bisogno di innovare schemi, prodotti e modalità di narrazione di lavoro e novità nel pieno rispetto del nostro territorio e nella volontà di far capire a livello locale quanto nazionale ed estero il made in VdA” ha raccontato Alessio Nicoletta, presidente di Coldiretti.
Altro importante riflettore per i giovani imprenditori agricoli valdostani e non è rappresentato dal concorso regionale e nazionale “Oscar Green”.
“L’anno passato sono state proprio le aziende valdostane “La petite ferme du bonheur” di Donnas e “Grosjean” a distinguersi rispettivamente nelle categorie “Coltiviamo solidarietà” e “Impresa digitale” – ha ricordato Jair Vidi, delegato Giovani impresa -. Particolarmente rilevanti, poi, sono e saranno per noi le sezioni “Fare filiera”, dedicata ad aziende piccole e dislocate su sedi difficili, ed “Energie per futuro e sostenibilità”, finalizzata a scovare soluzioni che permettano di affrontare la drammatica crisi energetica che stiamo vivendo”.
La “Smart Agriculture”
Eminentemente conosciuto come scuola ma fondazione dedita tanto all’insegnamento quanto alla ricerca applicata, l’Institut agricole régional coinvolge un team di 45 persone nell’ambito della sperimentazione e della produzione, all’interno del quale 20 donne e uomini ricoprono anche il ruolo di docenti impegnati nella trasmissione scolastica di esperienze e competenze.
“L’agricoltura è di fatto smart sin da sempre e l’innovazione tecnica nell’ambito della ricerca rappresenta un elemento per noi imprescindibile in tal senso – ha dichiarato Mauro Bassignana, direttore della sperimentazione dell’istituzione scolastica aostana -. A oggi, siamo coinvolti in una quarantina di progetti differenti e afferenti a più di un campo di azione, dai processi alle metodiche sino ai nuovi prodotti”.
Non è soltanto il plesso del capoluogo a occuparsi di “Smart Agriculture” in Valle d’Aosta bensì anche gli attori e gli esperti del progetto “TypicAlp”, alcuni dei quali intervenuti durante il primo “The First Thursday” presentando suggestioni e lanciando sfide al pubblico presente.
“Con tale iniziativa unicum in tutto l’arco alpino puntiamo, in linea generale, a incrementare la competitività di piccole e medie imprese attive nella filiera lattero-casearia andando a trattare un prodotto base come può essere il latte al fine di migliorarne la qualità nonché di diversificarne le destinazioni produttive eludendo dalla sola Fontina – ha spiegato Luca Vernetti-Prot, suo responsabile operativo -. Agiamo tramite l’utilizzo di macchine e tecnologie per individuare determinate caratteristiche della nostra merce, inserire tale mole di dati all’interno di apposite piattaforme certificate in termini di animal welfare e, alfine, per comunicare una informazione chiara e concisa al consumatore”.
Un pastificio esclusivamente green
Pastificio di eccellenza di Cremona dalla bioarchitettura unica e dal trattamento dei tutto biologico e antispreco di prodotti certificati e garantiti, A.S.T.R.A Bio s.r.l nasce dall’unione dei prodotti della cooperativa agricola “Iris” e dall’esperienza imprenditoriale di Roberto Giordani di “Montura”.
“Tale intervento rappresenta una sorta di residuo di esperienze di vita per me fondamentali nella costruzione di idee e personalità – ha constatato l’imprenditore -. Soltanto dopo qualche difficoltà e qualche intoppo economico, tuttavia, siamo riusciti quest’anno a raggiungere un bilancio in utile per una azienda di qualità che ha riscontrato non poche problematiche nel ritagliarsi un posto su di un mercato che non vede di buon occhio il prezzo elevato di una merce che, come la pasta, possiede costi medi e variabili oscillanti tra 60 centesimi e 6 euro”.
“Seguire le proprie passioni”
Impegnatosi da tempo nella sostituzione degli spot pubblicitari della sua azienda con elementi valoriali e sociali e tuttora lanciatosi nella creazione della “Montura Fundation” proprio in tale orientamento maggiormente culturale del proprio marchio, Giordani è anche da poco reduce da un progetto di cartografia della durata di oltre tre anni.
“Assieme ad alcuni giovani neolaureati abbiamo disegnato una carta rappresentante il tracciato pedonale poco curato e di difficile lettura che collega Roma e L’Aquila, arrivando, grazie al prezioso sostegno finanziario dei sette parchi laziali coinvolti, a generare un modello solido del territorio interessato nonché a innamorarci di una attività che ha al centro proprio una delle prime creazioni culturali dell’umanità – ha proseguito l’uomo -. Se dovessi dare un consiglio ai ragazzi di oggi sarebbe quello di maturare non tanto le proprie conoscenze scolastiche quanto piuttosto la propria personalità, seguendo le proprie passioni e andando fuori dagli schemi formativi loro imposti”.
Quando l’agricoltura diviene social
Alunna di scuola alberghiera votata al viaggio sin dalla conclusione del suo percorso di studi, Lydie Quendoz è stata a più riprese definita una “agrinfluencer” per via del gusto sviluppato non soltanto per l’azienda agricola di famiglia ma anche e soprattutto per la condivisione social del suo funzionamento e delle sue attività giornaliere.
“Dopo qualche mese trascorso nell’impresa dei miei genitori, quasi per gioco assieme a mia cugina ho creato il profilo “The Quendoz”, iniziando a sperimentare con post e storie sino a che l’impulso di raccontare la mia quotidianità non è divenuto predominante e quasi naturale – ha concluso la giovane -. Ciò mi ha permesso sia di far conoscere la mia realtà ai valdostani che prima la ignoravano sia di entrare in contatto con altre realtà gestite da altri ragazzi dentro e fuori regione”.
I prossimi appuntamenti
Al termine degli interventi della serata di giovedì, il pubblico è stato coinvolto in un aperitivo che ha permesso loro di toccare con mano la realtà dei prodotti e dei produttori coinvolti.
Ma “The First Thursday” non si chiude certo qui: giovedì 3 novembre, infatti, a essere approfondita sarà “La competitività delle imprese turistiche e dei territori”, mentre giovedì 1° dicembre sarà la volta di parlare di “Marketing e comunicazione come leve strategiche di sviluppo”.