Piano regionale gestione dei rifiuti: comitati ambientalisti chiedono una revisione

05 Febbraio 2022

Associazioni e comitati ambientalisti chiedono una revisione del Piano regionale di gestione rifiuti 2022-2026. A non convincerli sono il volume 2° e il volume 4° giudicati ambigui e lontani dal fabbisogno reale del territorio. Per questo, hanno indetto una conferenza stampa in cui sono intervenuti Alessandra Piccioni per “Legambiente”, Paolo Meneghini per “Valle Virtuosa”, Ernesto Pison per il comitato “Discarica sicura di Pompiod” e Elvis  Francisco per “La Valle non è una discarica”.

Per ciò che riguarda il Volume 2°, relativo alla gestione dei rifiuti speciali, Paolo Meneghini di Valle Virtuosa ha sostenuto: “Andrebbe aggiornato inserendo i dati relativi agli anni 2019, 2021 e 2022. È stato fatto un piano dei rifiuti per la gestione negli anni futuri senza che siano stati inseriti 3 anni molto importanti durante i quali è stata approvata la riconcessione di 19 impianti di trattamento dei rifiuti.” E riferendosi al caso particolare delle discariche di Pompiod e Chalamy:” “Per riparare ai guasti del passato è necessario che l’amministrazione ritiri le concessioni già concesse per le discariche di Pompiod e Challamy, perché rilasciati travisando lo spirito della legge sulle discariche 36/2003 e forzando la parte discrezionale da parte del dirigente.”

Sempre in merito alle discariche di Pompiod e Chalamy, Meneghini ha tenuto a precisare che: “Se in Valle d’Aosta sono arrivati rifiuti industriali non è stato perché dietro c’è la cattiva Europa che impone di raccogliere rifiuti industriali e metterli in discariche inerti non adeguate a raccoglierli. Questa scelta è una scelta fatta dai politici autonomisti, è una scelta locale. I politici ambientalisti hanno deliberatamente scelto di favorire interessi di privati a scapito degli interessi della comunità.”

Il volume 4°, relativo all’individuazione delle aree idonee alla collocazione degli impianti di trattamento dei rifiuti è stato invece giudicato molto vago. Alessandra Piccioni di Legambiente, infatti, sottolinea come “A parte su luoghi e siti in cui non si possono fare né discariche né impianti per la lavorazione dei rifiuti, tutto il resto rimane totalmente discrezionale. Non è nemmeno indicata la distanza dagli edifici.” A porre l’accento sulla discrezionalità del volume 4°, non è solo Legambiente. Anche il Comitato Tecnico per l’Ambiente, seppur esprimendosi positivamente sul Piano, ha sottolineato la necessità di riscrivere il volume 4° in ragione della sua ambiguità.

Comitati e associazioni, chiedono dunque alle istituzioni di pensare alla collettività e di agire in modo trasparente, perché episodi come quelli di Pompiod e Chalamy non vengano replicati.

 

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