Sui rifiuti Vallevirtuosa incalza a 10 anni dal no al pirogassificatore
Sono passati esattamente 10 anni dal 18 novembre 2012 quando, dopo una campagna estenuante e senza esclusione di colpi, i valdostani, mediante un referendum propositivo, hanno deciso di affossare l’idea di costruire in Valle d’Aosta un pirogassificatore, un impianto di trattamento a caldo dei rifiuti.
“Una vittoria referendaria storica, a cui nessuno credeva” commenta oggi Paolo Meneghini di Vallevirtuosa, l’associazione che per anni si è battuta per una gestione alternativa dei rifiuti in Valle d’Aosta che puntasse alla cosiddetta strategia rifiuti zero.
Un risultato che, secondo Vallevirtuosa, non è stato, però, sfruttato per invertire la rotta e fare della Valle d’Aosta una regione virtuosa in tema di rifiuti. “In questi 10 anni l’amministrazione non ha fatto ciò che allora auspicavamo, non è stato colto il momento favorevole: solo nel 2015 è stata avviata in Valle la raccolta differenziata e da allora poco è migliorato” sottolinea ancora Meneghini insieme alle tante associazioni ambientaliste e ai comitati che si sono ritrovati oggi alle Porte Pretoriane per festeggiare e ricordare il risultato storico sul pirogassificatore.
Il cahier des doléances di Vallevirtuosa è lungo: manca il porta a porta “che responsabilizza il cittadino” mentre si è privilegiata la raccolta nei moloch – “impura e si bassa qualità”- l’umido non viene raccolto ovunque, non è stato incentivato e promosso il compostaggio domestico e delle aziende agricole, non si è arrivati alla tariffa puntuale che consentirebbe di far pagare in funzione dei rifiuti indifferenziati prodotti. “Il piano regionale dei rifiuti è ambizioso, ma non attuato”.
“Chiediamo che la Regione si dia una sveglia, ci dia delle risposte puntuali e prenda atto di ciò che sta succedendo a livello climatico” sottolineano ancora da Vallevirtuosa. Il riferimento esplicito riguarda lo smaltimento dei rifiuti industriali nelle discariche per inerti “Il problema è emerso solo grazie ai cittadini– sottolinea Jeanne Cheillon – perché in Valle tutto parte dal basso ed è ora di finirla”.